Pogacar come Pantani domina anche a Oropa. Nuovo pareggio del Milan. La dirigenza sotto accusa

Il viziato mondo del calcio questa volta ci perdoni. Considerando che all’Inter lo scudetto non glielo leva più nessuno (Il Sassuolo lo può incontrare solo due volte all’anno…), vale la pena partire da un altro fuori categoria che non gioca a pallone ma va invece fortissimo in bicicletta.

Parliamo naturalmente di Tadej Pogacar, il marziano del ciclismo, che dopo solo due giorni, con il suo bel ciuffo da primo della classe, ha già messo in chiaro una cosa: che al Giro d’Italia comanda lui. Che la maglia rosa è già nella sua valigia e sotto il suo cuscino. Che certo nulla è scontato, che acqua e fulmini, forature e gatti neri sono sempre in agguato, però il numero uno è sempre lui, lo sloveno più ingordo del mondo.

Che non solo vuole stracciare i suoi avversari del presente (impresa al Giro non difficilissima visto la passività degli altri big) ma anche oscurare giganti del passato come Eddy Merckx e Marco Pantani.

Come annunciato, la seconda tappa del Giro, dominata ieri dal marziano precedendo di 27” Martinez, Thomas e Fortunato, era quella del Santuario di Oropa, dove 25 anni fa Pantani realizzò una delle sue più memorabili imprese recuperando 49 corridori che, per un salto della catena, l’avevano superato all’inizio della salita. Una rimonta pazzesca, come ci hanno ripetuto mille volte in tv, al punto che lo stesso Pantani, tagliando il traguardo, non alzò le braccia perchè temeva che, davanti a lui, ci fosse ancora qualcuno che non aveva raggiunto.

Un incidente anche al Marziano

Ebbene, per uno strano incrocio di destini, quasi per emulare l’antico maestro, anche Pogacar ha avuto un imprevisto – una foratura con caduta – che ha fatto subito tornare alla memoria l’impresa del Pirata. Con qualche differenza, però: che l’incidente a Pantani era avvenuto a 8,5 km dal traguardo; quello dello Sloveno invece circa tre chilometri più indietro, quindi a 11 km dalla fine. E poi, da non sottovalutare, che rispetto a quel 30 maggio di 25 anni fa, nessuno degli altri big ha scatenato l’inferno, anzi. Tutti tranquilli e inquadrati, casomai al Marziano non girassero troppo i gioiellini di famiglia.

Fonte: Il Sole 24 Ore