Ponte Stretto, dai cantieri all’area sismica: arrivano le richieste del ministero dell’Ambiente

Nel giorno dell’avvio della conferenza dei servizi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’istruttoria del Ponte sullo Stretto – presenti l’amministratore delegato della Stretto di Messina Piero Ciucci, il Rup Valerio Mele, la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti e il primo cittadino di Messina Federico Basile – il ministero dell’Ambiente chiede alla società concessionaria per la realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria un elenco di integrazione documentali, avendo, evidentemente, ritenuto fondate le osservazioni presentate qualche giorno fa dai comuni.

Le integrazioni richieste dal Mase

In oltre 40 pagine, la coordinatrice della Sottocommissione per la Valutazione di impatto ambientale Paola Brambilla, formula precise richieste di aggiornamento del progetto, per verificare ad esempio la compatibilità degli interventi con i vincoli e le tutele ambientali e paesaggistiche. Il documento del Mase si sofferma sull’analisi costi e benefici per richiedere una più approfondita descrizione del contesto sociale, economico, politico e istituzionale in cui si cala il progetto. Chiede, ancora, una descrizione del sistema di cantierizzazione, compresa la gestione delle terre e delle rocce da scavo, quantificando le superfici e descrivendo lo stato attuale dei luoghi, la loro destinazione e il loro effettivo utilizzo, richiedendo una sintesi dei dati in tabelle e grafici di chiara lettura. Un’ulteriore e articolata integrazione riguarda le condizioni di pericolosità da maremoto dell’area dello Stretto di Messina, per arrivare a definire dettagliati scenari di potenziali inondazioni e le relative valutazioni dell’impatto a terra.

Approfondimenti sull’ambiente marino

Sotto la lente del ministero anche la qualità dell’aria, la dispersione degli inquinanti e l’ambiente marino, da Ganzirri a Cannitello, con la richiesta di un’analisi dettagliata degli effetti della costruzione di pontili sui terreni dell’area di cantiere e di studi sull’ evoluzione della linea di costa. Lato Sicilia, serve una maggiore caratterizzazione dell’area dei Pantani di Ganzirri. In Calabria , invece, è necessario approfondire il progetto di gestione del rischio idrogeologico e produrre più dettagliate cartografie. Un’attenzione particolare è posta sull’inquinamento acustico, il rumore subacqueo, le vibrazioni e i campi elettromagnetici. Si richiedono integrazioni a tutela della biodiversità, ulteriori valutazioni sulle opere di ripascimento e di difesa costiera. Dettagli sulle specie marine protette, verificando l’interferenza dei lavori. Monitoraggi dell’atmosfera, dell’ambiente marino, sulle acque superficiali e sotterranee.

Caminiti, le richieste del Mase tutelano i territori

In totale, 155 le richieste di integrazione per la Via, 66 quelle per la Valutazione di Incidenza (Vinca), con riferimento agli habitat e alle specie, agli interventi di mitigazione e di compensazione. «Complessivamente le richieste formulate dal Mase tutelano i territori e il meraviglioso Stretto di Messina – commenta con soddisfazione la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti – soprattutto vanno nella direzione di impedire una riprogettazione in fase esecutiva che ritengo un’evenienza molto pericolosa».

Dalle procure al Cipess, 45 messinesi contro l’opera

Intanto arriva fino al Cipess l’esposto di un gruppo di messinesi, 45 tra avvocati, magistrati, professori universitari, cittadini comuni (“non aderenti a partiti o movimenti, senza etichette e bandiere”, precisano), presentato alla Procura della Repubblica di Roma, di Messina e alla Corte dei conti: chiedono che sia «valutata l’eventuale configurabilità di reati contro la fede pubblica e il patrimonio, sia nel parere recentemente espresso dal comitato scientifico della società Stretto di Messina sulla relazione integrativa del vecchio progetto definitivo del ponte, presentata dalla “Webuild”, sia nella conseguente delibera di approvazione da parte del cda della società concessionaria».

Fonte: Il Sole 24 Ore