PopVicenza, va all’asta la collezione vincolata

Opere che non avremmo mai immaginato tornassero sul mercato. Anche se vincolate ai loro immobili storici rappresentano un’occasione irripetibile, offerta dalla vendita dei liquidatori, Giustino Di Cecco e Claudio Ferrario, della collezione della Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa. Nel bando vi sono La “Coronazione di spine” dipinta all’inizio del Seicento da Caravaggio ,“La Madonna col bambino” di Filippo Lippi e la “Crocifissione in un cimitero ebraico” di Giovanni Bellini vincolate a Palazzo degli Alberti a Prato di proprietà di Intesa Sanpaolo, che già nel 2018 aprì le porte al pubblico. Moltre altre opere dei più grandi maestri veneti si trovano oltre che a Prato, a Palazzo Thiene di Vicenza e Palazzo Soranzo – Novello di Castelfranco. Nell’elenco dei liquidatori ci sono dipinti di Giovanni Buonconsiglio, Palma il Giovane, Jacopo Bassano, Domenico Brusasorci, Bernardino Licino, Valerio Belli, Alessandro Vittoria, Andrea Michieli, Giulio Carpioni, Francesco Maffei, Jacopo Tintoretto, Gaspare Diziani, Marco Ricci, Sebastiano Ricci, Giuseppe Zais, Giambattista Piazzetta, II Padovanino, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Gianantonio Pellegrini, Antonio Zanchi, Alessandro Longhi. Artisti che non troveresti mai in un’incanto.

Le collezioni indivisibili dai Palazzi

Due musei dei due principali edifici che ospitano i quadri e le sculture sono già stati venduti nell’ambito della generale procedura di liquidazione dei beni, dal momento che il patrimonio immobiliare della ex Banca Popolare guidata da Gianni Zonin era rimasto fuori dal perimetro di attività rilevate da Intesa Sanpaolo nel 2017 alla cifra simbolica di 1 euro (prezzo che comprendeva anche la “parte buona” di Veneto Banca). Palazzo Thiene, capolavoro incompiuto del Palladio e rientrante nel patrimonio Unesco, è così stato comprato nei mesi scorsi per 4,4 milioni dal Comune di Vicenza, che ne ha fatto un museo. Chi se li aggiudicherà i lotti dovrà farne un museo. Torneranno nel patrimonio di una banca? Ipotesi forse molto concreta, visto che Intesa Sanpaolo possiede l’immobile di Prato e ha una capacità gestionale del patrimonio culturale più che rodata. Se ne farà carico la comunità vicentina? Visto che il Comune è ora titolare di Palazzo Thiene…. Del valore della collezione non vi è traccia nel bando. Quanto dovrà sborsare chi se ne farà carico? La vendita, poi naturalmente, è condizionata al mancato esercizio della prelazione da parte delle Autorità competenti, come previsto dalle normative vigenti. Certo la dismissione ha registrato diverse polemiche in passato e il tentativo da parte dei liquidatori di liberare dal vincolo alcune opere, facendo adirittura ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere la revoca del vincolo sul “Cristo Crocifisso in un cimitero ebraico” di Giovanni Bellini.

Le oselle dei Dogi

L’avviso di vendita della collezione dell’istituto finito in disgrazia prevede la dismissione anche della più grande collezione di Oselle Veneziane al mondo conservata a Palazzo Thiene. La raccolta è stata a cuore dell’ex presidente Gianni Zonin (condannato in primo grado per il crac della banca berica), che riuscì a riportare in Veneto le oselle coniate nei 275 anni della Serenissima (dal 1521 fino alla sua caduta). La raccolta si componeva di 275 oselle che i dogi regalavano ogni anno ai nobili al posto delle tradizionali anatre (“oselle” in dialetto). Queste monete sono considerate tra le più importanti al mondo per la bellezza iconografica e il significato storico: oselle d’argento, doppie e d’oro e la rarissima Osella del Doge Andrea Gritti, coniata nel 1523, ed ultimo pezzo raccolto dalla Banca per completare l’intera collezione. Nel Palazzo vicentino vi è anche la raccolta di ceramiche di Leonardo Borgese.

Il processo competitivo

Si potrà gareggiare per i nove lotti composti da beni “vincolati pertinenzialmente” ai tre edifici storici, il che significa che non possono essere rimossi dal luogo in cui si trovano, e distribuiti principalmente in Palazzo Thiene (Collezione di sculture di Arturo Martini e le stampe della tipografia Remondini e quella delle Oselle) e Palazzo Alberti (le prime tre opere citate e altri 121 dipinti del Barocco toscano con opere di Matteo Rosselli, Jacopo Vignali, Giovan Battista Vanni, Francesco Furini, Carlo Dolci, Cesare, Vincenzo e Piero Dandini, Giusto Suttermans, Livio Mehus, 16 sculture, stampe e tappeti), che ai tempi d’oro del gruppo bancario erano sedi storiche rispettivamente della Popolare di Vicenza e della controllata Cassa di Risparmio di Prato, e Palazzo Soranzo – Novello di Castelfranco (opera di pittore veneto sec. xv – “conversazione di Maria”, strappo affresco).

I soggetti che fossero interessati all’acquisto di uno o più lotti dovranno inviare un’offerta non vincolante entro e non oltre le ore 24 ore del 28 febbraio (casella PEC lcabancapopolaredivicenza@pecliquidazioni.it oppure in busta chiusa a mezzo Raccomandata a/r all’indirizzo della sede di BPVI in LCA).

Fonte: Il Sole 24 Ore