Qatar 2022: guida pratica alla coppa del mondo degli scandali. Infantino: critiche ipocrite

Comunque vadano a finire, sono già un pezzo di storia. I Mondiali di calcio di Qatar 2022, in corso dal 20 novembre al 18 dicembre, saranno i primi ospitati da un paese arabo, i primi a essere disputati d’autunno ma anche gli ultimi a 32 squadre, prima dell’allargamento a 48. Di portata storica anche gli scandali e le polemiche che ci hanno fatto compagnia fino a questo punto, travolgendo personaggi di primo piano del mondo del calcio, dell’economia e della politica internazionale. Vi regaliamo un’enciclopedia minima di figure e i figuri che hanno contrassegnato questa vigilia. Dalla «A» di Argentina alla «Z» di Generazione Z.

Argentina

Se siete scandalizzati per il fatto che la Fifa abbia affidato la sua massima competizione a un regime liberticida, sappiate che c’è un precedente: quello di Argentina ’78, quando i Mondiali di calcio servirono a glorificare la giunta dei generali dalle mani insanguinate. Anzi due: nel 1934 il Mondiale lo organizzò addirittura il Duce. Forse non tutti sanno che lo sportwashing nacque come specialità Made in Italy.

Blatter

I Mondiali di calcio 2022 furono assegnati al Qatar nel 2010 a discapito degli Usa. Il presidente della Fifa, allora, era lo svizzero Sepp Blatter che sosteneva le ragioni degli americani. Quattro anni più tardi, quando esce fuori un caso di corruzione legato a quell’assegnazione, Blatter si smarca esprimendo per la prima volta pubbliche perplessità. Il 2015 sarà l’ultimo suo anno alla guida della Federazione mondiale del calcio, cui farà seguito una squalifica di sei anni per corruzione. Assolto l’estate scorsa da un processo per frode che lo vedeva coimputato del presidente Uefa Michel Platini, Blatter è tornato a parlare di Qatar 2022: quell’assegnazione «fu un errore. Il Qatar è una nazione troppo piccola e il calcio è troppo grande per quel paese». Quel che non dice è che le logiche politiche che portarono a quell’assegnazione furono l’interpretazione estrema di un metodo da lui inventato.

Cantieri

Sei nuovi stadi faraonici più altri due rimodernati in un fazzoletto di terra da 70 chilometri, ma pure altre grandi infrastrutture come strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel, un aeroporto e persino una città artificiale, Lusail. L’emiro ha fatto le cose in grande, per Qatar 2022. Poi dall’Inghilterra è arrivato il Guardian e ha scoperto che, in 11 anni di cantieri, sono morti 6.500 lavoratori immigrati.

Defezioni

«Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», si chiedeva Nanni Moretti in una memorabile scena di Ecce Bombo. Effettivamente, in questi Mondiali, rischia di venir notato più chi non ci sarà che chi sarà presente. Hanno detto di no a presenziare all’evento, per esempio, star del calibro di Rod Stewart e Dua Lipa, critiche nei confronti del regime qatariota. Quanto al pallone, se potessimo iscrivere questa squadra alla competizione, avremmo ottime probabilità di arrivare fino alla fine. Giudicate voi: Donnarumma; Di Lorenzo, Skriniar, Alaba, Robertson; Barella, Lobotka, Verratti; Salah, Haaland, Kvaratskhelia. Nei loro rispettivi ruoli, in questo particolare momento storico, sono tra i migliori al mondo. Un Mondiale che, per vari motivi, si permette il lusso di fare a meno di loro non si candida a essere un bel Mondiale.

Fonte: Il Sole 24 Ore