Salone del Mobile, i brand che vincono in trasferta

Minimo comune denominatore: una o più fiere regionali e il Salone del Mobile di Milano. Da questo schema non sfuggono le aziende estere che partecipano all’edizione 62 del Salone.

L’americana House of Rohl: qui le migliori sinergie tra i nostri quattro marchi

«Siamo arrivati al Salone dieci anni fa con Victoria, il nostro primo brand», dice James Stickley, responsabile del mercato Europa di House of Rohl, gruppo americano con quattro brand dell’arredo bagno. «Oggi siamo al Salone con i nostri marchi al completo. E’ un’occasione unica per mettere tutto assieme e attivare sinergie tra i diversi prodotti. A Milano troviamo i grandi clienti da tutto il mondo, i distributori e i nostri venditori». L’afflusso allo stand nei primi giorni è stato continuo. «Anche se notiamo una certa rigidità del mercato, soprattutto per le tensioni in Medio Oriente e Ucraina, abbiamo ricevuto di media più di cento clienti business. Sono stati giorni senza sosta. Neanche per il pranzo. Non abbiamo neanche avuto il tempo di dare un’occhiata a quello che fa la concorrenza, un altro dei motivi per cui venire a Milano è diventato necessario. Qui ci sono le aziende leader». Stickley è un veterano del Salone e di Milano. «Non mi piace che al Salone continuano a intrufolarsi i rappresentanti delle aziende della logistica che vengono a vendere ci fanno perdere temo. Ma per il resto, i servizi sono efficienti. Non nascondo che la sera troviamo il tempo per fare un giro in città. E quest’anno», ammicca, «siamo riusciti persino a trovare i taxi per muoverci».

La tedesca Eggersmann: il posto migliore per cercare i distributori nei diversi mercati

Anke Eigenbrod è la responsabile marketing di Eggersmann, azienda tedesca della Westfalia con 115 dipendenti che produce cucine di fascia alta. «Crediamo di avere un buon prodotto», dice Eigenbrod, «ma siamo ancora poco conosciuti. Cerchiamo la visibilità che ci faccia trovare un distributore per l’Italia e per altri mercati che riteniamo importanti. Il Salone è il posto ideale per trovarli».

Eigenbrod è molto soddisfatta dell’andamento del Salone. «Abbiamo chiuso molti contratti e aperto nuovi canali sui mercati internazionali». Se proprio deve dire qualcosa che non funziona, la manager tedesca sottolinea «che l’organizzazione dello stand prima del Salone potrebbe essere meno complicata. E i prezzi degli alberghi sono arrivati alle stelle».

Il rapporto con i designer è uno dei motivi principali per cui THG Paris, azienda francese leader nella rubinetteria, partecipa al Salone. «A Milano», dice Eric Boulin, responabile dei mercati esteri di THG, «si possono incontrare con facilità tutti i designer del mondo, anche in maniera informale. Qua lanciamo tutte le nuove collezioni e siamo sicuri che le vedono tutti». Sulle vendite, la strategia di THG è molto ben definita: «A Milano il mercato globale, a Londra, Dubai, Francoforte e New York i mercati regionali».

Fonte: Il Sole 24 Ore