Sandro Veronesi:«Il nuovo nome Oniverse rispecchia valori e varietà dell’azienda»

Un anno complesso, segnato da uno scenario geopolitico e climatico – aspetto cruciale per la moda – che ha riservato molte sorprese, in grande parte spiacevoli. «A fronte di tutto quello che non possiamo controllare e che ha condizionato la nostra azienda e l’intero settore, nel 2023 abbiamo fatto ciò che ci riesce meglio – spiega Sandro Veronesi, fondatore e presidente del gruppo Calzedonia, da pochi giorni ribattezzato Oniverse –. Ci siamo concentrati sulle potenzialità dei singoli marchi, cercando di valorizzarli in Italia e all’estero, con importanti investimenti e grazie alle idee e alla passione di tutte le persone che lavorano con noi».

Cosa vi ha spinti a cambiare il nome, mossa sempre rischiosa quando un marchio è molto noto?

Calzedonia, nato nel 1986, è stato il punto di partenza ed è giusto che in tutti questi anni abbia avuto, diciamo così, l’onore e forse l’onere di identificare l’intero gruppo. Negli ultimi decenni però il portafoglio si è allargato non solo in termini di marchi, ma di settori, andando oltre la moda intesa in senso stretto. Oggi, accanto a Calzedonia, che resterà sempre un brand concentrato sull’universo delle calze e, in estate, dei costumi, ci sono i marchi Intimissimi, Intimissimi Uomo, Tezenis, che appartengono a un ambito contiguo. Ma abbiamo anche Falconeri (abbigliamento e accessori in cashmere e filati pregiati), Atelier Emé (abiti da sposa) e Antonio Marras. Poi c’è Signorvino, enoteche con ristorazione e, last but not least, i Cantieri del Pardo, acquisizione nella nautica che risale all’agosto di quest’anno. Oniverse è l’anagramma di Veronesi, ma me l’hanno fatto notare a cose fatte. Di questo nome mi piace soprattutto il richiamo non didascalico a qualcosa di omnicomprensivo.

Considerando le dimensioni del gruppo, oltre 3 miliardi nel 2002, e la complessità del portafoglio, il pensiero corre ad altri grandi gruppi, che sono però quotati. Alla Borsa ci state pensando?

Siamo appena stati inseriti nell’annuale classifica della società Pambianco delle aziende quotabili. Per essere precisi, siamo sul gradino più alto del podio, seguiti dal gruppo Giorgio Armani e da Golden Goose. Un risultato che ci rende orgogliosi, perché rispecchia non solo le dimensioni dell’azienda ma anche la sua solidità e potenzialità e la governance. Però la risposta è no: nel breve periodo non pensiamo allo sbarco in Borsa, anche se prepararsi all’eventualità è comunque un buon modo per migliorare ogni processo interno e per fare scelte con un orizzonte di medio e lungo periodo.

Fonte: Il Sole 24 Ore