Sanremo è tutto un equilibrio sulla pandemia. Annalisa in testa

È tutto un equilibrio sulla pandemia. Difficile trovare per il 71esimo Festival di Sanremo una definizione più calzante. Abbondano i rimandi a quello che è successo là fuori e a come ci ha cambiato la vita. Ci sono le poltrone vuote e gli applausi finti dell’Ariston a ricordarcelo. Ma il contesto ci mette poco a diventare pretesto di gag. Innanzitutto c’è Amadeus che apre la prima serata – andata in onda martedì 2 marzo su Rai 1 – annunciando: «Quest’anno il cuore batte più forte». E rivelando: «Ho fatto questo festival pensando al Paese reale che sta lottando per ritrovarsi. Abbiamo scoperto infatti che la normalità è una cosa straordinaria. Non ho spettatori in sala, avrò spesso questi applausi registrati ma mi rincuora pensare che siano i vostri applausi».

Fiorello, coperto di fiori

E poi c’è Fiorello che, in tempi di restrizioni, capitalizza il proprio ruolo di disturbatore già interpretato l’anno scorso. Si prende subito la scena coperto di fiori, alle prese con una versione punkeggiante di Grazie dei fiori. «Devo ringraziare Achille Lauro», commenta. «Sono passato dal suo camerino: questo è solo l’accappatoio», sottolinea indicando il mano floreale. Seguiranno gag tra le poltrone vuote dell’Ariston, le uniche spettatrici della serata. Proprio loro che, fino a un anno prima, non potevano godersi lo spettacolo perché destinate a ospitare la parte meno nobile del corpo («C’è qualcuno che si sente male. Abbiamo un artigiano della qualità?»).

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Annalisa in testa per la giuria demoscopica

Sul podio dei Campioni, sulla base del giudizio della giuria Demoscopica, ci sono Annalisa, Noemi e Fasma. Seguono, nelle rimanenti prime dieci posizioni, Francesca Michielin e Fedez, Francesco Renga, Arisa, Maneskin, Max Gazzè, Colapesce e Dimartino, Coma Cose, Madame, Ghemon e Aiello. Qualcosa di molto diverso da quello che sul palco si è sentito. La prima a esibirsi è Arisa che sfoggia gorgheggi nella tutto sommato tradizionalistica Potevi fare di più. Quindi Colapesce & Dimartino con il disco indie Musica leggerissima, accompagnati da pattinatrice. A dir poco approssimativa l’interpretazione tutta urlata di Aiello (Ora). Francesca Michielin e Fedez si presentano sul palco con i microfoni uniti da un nastro per provare ad alleggerire Chiamami per nome, pezzo gravato dall’interpretazione esitante del rapper che si cimenta con la melodia. Il farmacista di Max Gazzè, eseguita in abiti leonardiani in mezzo a fantocci di McCartney, Hendrix, Marilyn e Igor, è più un happening che una canzone. Non fiorisce neanche dal vivo il Glicine di Noemi. Madame dedica Voce alla sua voce, in un trionfo di autotune. Zitti e buoni, l’hardrocchino dei Maneskin, conferma tutte le perplessità dei preascolti. Sempre più interessante, come brano, Momento perfetto di Ghemon, peccato l’interpretazione live non sia proprio impeccabile. Convincente la prova dei Coma Cose alle prese con la ballata Fiamme negli occhi. Non si può dire lo stesso di Annalisa (Dieci), Francesco Renga (Quando trovo te) e Fasama (Parlami).

Ibra fa il boss, l’infermiera Alessia fa pensare

Tra gli ospiti svettano due fuoriclasse: Zlatan Ibrahimovic e Loredana Bertè. Solo che la Bertè su un palco gioca in casa mentre Ibra, purtroppo per noi, non ha davanti un campo di pallone. Il calciatore del Milan fa irruzione accompagnato da musica balcanica (scelta un po’ cheap) e gioca a fare il boss: «Il direttore è Zlatan», dice ad Amadeus. «Adesso ti do le regole del festival di Zlatan. I cantanti sono 22. Undici contro undici. I quattro che avanzano? Vendili. Il Liverpool cerca quattro difensori». E pretende di trasformare l’Ariston in un campo di calcio. Momento di riflessione con Alessia Bonari, l’infermiera simbolo della prima ondata della lotta al Covid, e Amadeus che, citando il ministro della Salute Roberto Speranza, esorta a «stare attenti, usare sempre la mascherina, non abbassare la guardia». Arriveranno i ringraziamenti dello stesso ministro Speranza. Sugli scudi la Bertè che, con corona di farfalle in testa e grinta in corpo, infila hit del suo repertorio come Il mare d’inverno, Dedicato a, Non sono una signora e Sei bellissima. Lancia un messaggio contro la violenza sulle donne («Al primo schiaffo bisogna denunciare») e poi esegue il nuovo singolo latin pop, Sono la figlia di Loredana. Roba distante anni luce dal primo «quadro» di Achille Lauro, un omaggio a Velvet Goldmine che, a sua volta, era un omaggio a David Bowie. Il vuoto con le piume intorno. Spigliata Matilda De Angelis nelle vesti di soubrette. Due momenti autocelebrativi per Diodato.

Il caso Irama

Prima serata del Festival, subito un forfeit dovuto all’emergenza coronavirus che comporta un cambiamento di scaletta. In seguito al tampone antigenico, risultato positivo, di uno dei componenti dello staff di Irama, l’artista è stato sottoposto a tampone molecolare di verifica. Al suo posto, tra i 13 Campioni in gara, si è esibita Noemi. Il tampone a cui è stato sottoposto Irama è risultato negativo. Il cantante è stato testato dopo la positività al Covid riscontrata a un suo collaboratore. «Attendiamo il risultato del tampone molecolare, domani mattina avremo la risposta. Irama è negativo, ma se il collaboratore dovesse essere positivo andrà in quarantena e dovrà ritirarsi dalla gara», ha detto il direttore artistico Amadeus.

Fonte: Il Sole 24 Ore