Se il romanzo nasce dalla risata di Dio

Tra misticismo ed erotomania

Tra misticismo ed erotomania, misinterpretazioni scritturali (il versetto di Isaia secondo il quale il redentore doveva essere «peccatore e mortale») e metodiche infrazioni della Torah, dispute dottrinali e avventure di ogni genere, Frank è un soggetto sgusciante, inafferrabile, lo Straniero par excellence, simbolo egli stesso di una concezione della letteratura come «perfezione di forme imprecise».

La doppia vista

Nella solitudine individuale si arriva a fare esperienza della vita, a «l’approvazione della vita fin dentro la morte», come sosteneva Bataille e come Fosse rappresenta nel monologo interiore dell’umile pescatore norvegese Johannes, in Mattino e sera. E significa contestare i propri modelli quanto riuscire a rinunciare, infine, alla sicurezza dei propri limiti. Questo è anche il testamento di Roberto Pazzi ne La doppia vista (La nave di Teseo, pagg. 208, € 19,00), il suo ultimo romanzo pubblicato postumo. Superato il prologo in cui lo scrittore concepisce l’indicibile desiderio degli angeli di aspirare all’immortalità della carne, invidiosi degli esseri umani ai quali il Signore dedicherebbe un’eccessiva attenzione, il libro si divide in tre parti, tre momenti della medesima verità. Quando ne La frivolezza dei moribondi, la prima, il canuto protagonista perde i punti di riferimento e nemmeno ricorda il suo nome, lo vengono a soccorre le creature di carta, i personaggi dei suoi romanzi. Da subito, Pazzi si affida alla pagina bianca per stigmatizzare, e a poco a poco esorcizzare, la sua paura più grande: smarrire l’identità che si fonda sulla memoria una volta calata la notte perpetua. Dunque si trasforma nel Padreterno, preso dalla brama di umanizzarsi, per ritrovarsi nei panni di Ludwig di Baviera, mecenate di Wagner, arrestato per demenza e incarcerato nel castello di Berg. In una sorta di discesa dantesca senza balze, l’io narrante assume le sembianze di Lucifero, che a sua volta si tramuta in una sequela di volti del male, di figure tiranniche che hanno segnato la storia: i faraoni, Nerone, Attila, Hitler e Stalin. E con l’intermediazione di Bernardo, nocchiero della nave che lo porterà a Damietta dal Sultano, tenta poi di acquisire la santa follia di Francesco d’Assisi, in viaggio per costruire una pace coi musulmani. Afflitto da un’attualità carica di incognite e dolori, nella quale gli equilibri del potere occidentale si sono incrinati rendendo possibile l’approssimarsi, secondo le Sacre Scritture, del cosiddetto «abominio della desolazione», allo scrittore non resta che la preghiera, la stessa che Dostoevskij definiva «un’ascensione dell’intelletto».

L’arte del romanzo, riedito da Adelphi, trad. di Ena Marchi, pagg. 168, € 12,00
Libri di Jakub, trad. di Ludmila Ryba e Barbara Delfino, Bompiani, pagg. 1120, € 29,00

La doppia vista, La nave di Teseo, pagg. 208, € 19,00

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Fonte: Il Sole 24 Ore