Manager, quali abilità per guidare un team e superare i conflitti

In un mio precedente articolo, ho provato ad esplorare cinque possibili stili di conduzione dei conflitti, delineando il panorama variegato in cui le persone possono muoversi per gestire le tensioni in ambito lavorativo. Oggi, ci immergiamo ancora di più nel cuore della gestione dei conflitti, esaminando le abilità essenziali che contraddistinguono coloro che ricoprono posizioni manageriali, quando si trovano ad affrontare contrasti all’interno del team.

A volte, l’ingresso in un gruppo di lavoro di un individuo eccessivamente critico o negativo o l’insorgere di sottili forme di antagonismo e invidia, possono agire come un veleno che mina la motivazione all’interno della squadra. Ed è proprio in questi frangenti che la gestione aperta dei conflitti diventa imperativa, perché ignorare, mascherare o, peggio ancora, lasciar inasprire un conflitto, comporta un prezzo troppo alto da pagare: una compromissione del senso di appartenenza e la perdita del contributo positivo dei membri del team.

In situazioni così delicate, un manager dotato di sensibilità deve intervenire, evitando che alcuni membri restino emarginati e demotivati, riconoscendo tempestivamente l’insorgere delle tensioni e adottando misure risolutive ad hoc. La competenza di un manager, oggi più che mai, si misura anche dalla consapevolezza che il conflitto, lontano dall’essere un nemico, può essere una forza naturale e potenzialmente produttiva nelle dinamiche di gruppo e nelle relazioni interpersonali, perché agisce come stimolo al pensiero critico, spingendo i membri del team a considerare prospettive diverse e a comprendere meglio i fattori decisionali.

Tuttavia, questa forza deve essere gestita con saggezza, ponendo una particolare attenzione alle seguenti parole:

Stereotipi. A volte i nostri giudizi possono essere fuorviati dagli stereotipi, provocando una visione distorta degli effettivi comportamenti degli altri. Quindi l’obiettivo, per chi gestisce un conflitto, non è solo favorire un dialogo privo di pregiudizi, ma anche trasformare la narrazione comune, dimostrando che i membri del team possono andare al di là delle etichette assegnate, nella consapevolezza che la vera comprensione è possibile solo quando si abbraccia la diversità e si rompono le catene degli stereotipi.

Fonte: Il Sole 24 Ore