Separazione carriere e premierato, le due riforme in aula a luglio: cosa cambierà

Separazione carriere e premierato, le due riforme in aula a luglio: cosa cambierà

Dopo il primo via libera (della Camera) al decreto sicurezza, bandiera della Lega la maggioranza accelera sulle due riforme costituzionali in cantiere. Lo fa avanzando in conferenza dei capigruppo l’ipotesi di inserire nel calendario di luglio la separazione delle carriere dei magistrati (fortemente sponsorizzata da Forza Italia) e il premierato, “madre di tutte le riforme” per Fdi. Ma sui tempi e la procedura portata avanti dalla maggioranza, è scontro con l’opposizione che accusa il centrodestra di andare avanti in maniera “autoritaria” comprimendo le prerogative del Parlamento. «Crediamo sia una forzatura – ha detto la capogruppo Dem Chiara Braga – e non siamo disponibili ad accettare compressioni. Evidentemente dopo il decreto sicurezza la spartizione tra le forze di maggioranza si è rimessa in moto e questo è un altro tassello di quel disegno volto a mettere in discussione l’equilibrio delle nostre istituzioni». Non casuale il riferimento al decreto sicurezza, che dopo il via libera a Montecitorio, la maggioranza è intenzionata ad approvare al Senato in tempi record (sarà già in Aula già il 3 giugno).

Premierato fermo in commissione

Il Ddl Casellati, che oltre a prevedere l’elezione diretta dà di fatto al premier il potere di determinare lo scioglimento delle Camere, non sta procedendo spedito in Parlamento: dopo il primo via libera del Senato è fermo in commissione Affari costituzionali della Camera dal luglio scorso. La riforma dovrebbe arrivare al via libera definitivo al premierato in Parlamento a fine legislatura, mentre il referendum confermativo si terrà dopo le politiche. Al momento è esclusa l’ipotesi di unire il premierato alla riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, per la quale invece si prevede il voto popolare di conferma a giugno 2026.

L’intreccio premierato-autonomia differenziata

Non solo. La strada del premierato si incrocia con l’iter della legge sull’autonomia differenziata: era questo il patto di inizio legislatura e la Lega non perde occasione per ricordarlo. Salvini, anche al congresso della Lega di aprile, ha associato l’Autonomia alla riforma del Premierato: “Vanno insieme, mano nella mano”. E lo scorso 19 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato la legge delega sull’Autonomia che recepisce le indicazioni della Corte Costituzionale per la definizione dei Lep.

I contenuti della riforma

Elezione «a suffragio universale e diretto» del premier, che resta al potere per cinque anni grazie ad un sistema elettorale che “garantisce” la maggioranza dei seggi in Parlamento e che non può essere rieletto dopo due mandati consecutivi. E, soprattutto, che può essere sostituito solo una volta nella legislatura, e solo se sarà lui stesso a decidere di passare la mano, da un parlamentare che fa parte della coalizione vincitrice delle elezioni. Tradotto: niente più governi tecnici e di larghe intese guidati da personalità non elette dai cittadini (leggasi Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021, ma anche Giuseppe Conte nel 2018). Al netto dell’elezione diretta, la novità più rilevante del Ddl Casellati è l’attribuzione al premier eletto del potere di scioglimento delle Camere, che è il vero potere deterrente delle crisi politiche, allineandolo in questo ai colleghi dei maggiori Paesi Ue

Cosa è la separazione delle carriere

Il disegno di legge costituzionale “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” modifica invece il titolo IV della Costituzione con l’obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti. A tal fine, vengono previsti due Csm: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ulteriori novità sono i componenti dei Csm estratti a sorte e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Il provvedimento ha avuto il primo via libera della Camera lo scorso gennaio ed è ora in Commissione al Senato.

Fonte: Il Sole 24 Ore