
“Sportellino”, il chatbot che semplifica la burocrazia per i richiedenti asilo
Un nuovo alleato digitale promette di rivoluzionare la vita di chi fugge da guerre, povertà o persecuzioni. Si chiama “Sportellino”, un chatbot intelligente su WhatsApp e Telegram che spiega ai richiedenti asilo come districarsi tra permessi, sanità, documenti e diritti. Gratuito, anonimo e aggiornato, potrebbe trasformare un incubo quotidiano in un percorso finalmente comprensibile.
Una guida digitale per chi arriva in Italia
Ideato dall’imprenditore sociale Viktor Seibert, 32 anni, “Sportellino” è stato sviluppato dopo anni di esperienza sul campo, a stretto contatto con chi rimane spesso intrappolato tra informazioni incomplete, sportelli chiusi o personale insufficiente. «Durante il mio lavoro volontario a Roma, parlando con richiedenti asilo, mi sono accorto di quanto fosse difficile orientarsi nella burocrazia italiana. Domande importanti su come fare richiesta d’asilo, ottenere un permesso di soggiorno o accedere al sistema sanitario trovavano spesso risposte solo con molta fatica e non sempre queste erano corrette o aggiornate. Molti si affidano al passaparola tra amici, un approccio che può portare facilmente a malintesi. Le informazioni online, anche se pubblicate da enti noti, spesso non riflettono la realtà. Le barriere linguistiche, poi, rendono tutto ancora più complicato: anche solo capire dove andare o quali documenti servono può diventare un ostacolo enorme», ci spiega Seibert.
Da qui nasce l’idea di Sportellino, un chatbot attivo 24 ore su 24 che risponde a domande su procedure burocratiche in modo chiaro e personalizzato, in più lingue. È disponibile sulle app più usate dalle persone richiedenti asilo, WhatsApp e Telegram, per raggiungere anche chi ha telefoni economici o connessioni lente. E lo fa senza chiedere registrazioni o dati personali: l’uso è completamente anonimo, in linea con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e senza pubblicità.
Ancora Seibert: «Tuteliamo la privacy degli utenti in modo concreto attraverso misure tecniche e organizzative ben definite. Anche se “Sportellino” funziona su WhatsApp e quindi il numero di telefono viene automaticamente registrato per motivi tecnici, non lo utilizziamo per identificare, tracciare o profilare gli utenti. Non raccogliamo altre informazioni personali e non chiediamo mai dati sensibili. Abbiamo scelto consapevolmente di basare il nostro chatbot su un modello LLM sviluppato da Mistral, un’azienda europea che rispetta standard di privacy tra i più alti del settore. Inoltre, il nostro server si trova a Francoforte, all’interno dell’Unione Europea, e tutti i dati sono trattati nel pieno rispetto del GDPR».
Un database vivo, costruito con chi lavora sul campo
La forza di “Sportellino”, però, non sta solo nell’intelligenza artificiale, ma nella qualità dei dati su cui è addestrato. Il team ha costruito infatti una knowledge base partendo da normative ufficiali, ma arricchendola con informazioni pratiche raccolte da mediatori culturali, assistenti sociali e operatori degli sportelli per richiedenti asilo. «Il problema principale è che anche le fonti più affidabili spesso pubblicano informazioni obsolete o incomplete – racconta Seibert – per questo controlliamo ogni dato con più verifiche prima di inserirlo».
Fonte: Il Sole 24 Ore