Taiwan, la Cina continua le esercitazioni militari intorno all’isola

Il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha reso noto che le manovre militari proseguono anche oggi nel mare e nello spazio aereo intorno a Taiwan, «concentrandosi sull’organizzazione di operazioni congiunte anti-sottomarino e di assalto marittimo». Lo si legge in una nota.

Pechino aveva inizialmente indicato un periodo di manovre dal 4 al 7 agosto in risposta alla visita a Taipei della speaker americana Nancy Pelosi. Ieri, tuttavia, la Pla con ha rilasciato annunci sulla fine dei suoi war games, ma il ministero dei Trasporti di Taiwan aveva reso noto un ritorno alla normalità dei trasporti dopo che “l’interdizione al volo e alla navigazione” in sei delle 7 zone intorno all’isola era venuta meno da mezzogiorno. Il bando sulla settima zona, nelle acque a est, sarebbe rimasto in vigore fino alle 10 locali (4 in Italia) di lunedì 8 agosto. Ma il nuovo annuncio sembra rimescolare la carte e dare il via libera a esercitazioni di routine intorno all’isola.

«La Cina teme il nostro modello»

Il rappresentante di Taiwan in Italia, Andrea Sing-Ying Lee, in un’intervista al Corriere della Sera, parla dei timori di un attacco da parte di Pechino: «La gente ha continuato a vivere normalmente, i voli sono proseguiti e anche i trasporti marittimi: hanno fatto giusto qualche deviazione per evitare la zona. È la quarta crisi dello Stretto, questa volta però si è intensificata la pressione. La Cina – spiega – ha fatto questa esercitazione sostenendo che Nancy Pelosi ha oltrepassato la linea rossa, ma è una scusa: 25 anni fa è venuto lo speaker Newt Gingrich e non fecero niente. Ormai però è più forte, più robusta e può permettersi queste azioni coercitive. Pensano di aver ottenuto un risultato positivo e in futuro proveranno a ripeterlo, ma non possono fare niente di più: Taiwan è stata sempre ben difesa e la Cina sa che non è facile da attaccare. Noi non abbiamo fatto niente per contrastarli e continueremo su questa linea di equilibrio militare strategico. È la nostra migliore difesa, con la prudenza e la cautela. Dopo questa esperienza, tutti sanno che Taiwan è un Paese pacifico».

La Cina vorrebbe riannettere Taiwan, sottolinea, «perché è una facile scusa per calmare i dissensi interni, per continuare a costruire un esercito forte e per mettere in guardia dall’esempio di Taiwan: non è cinese, ma è una società di cultura storica cinese che gode di democrazia, libertà, diritti umani ma anche tecnologia e sviluppo socioeconomico. È la loro negazione, un esempio di come sarebbe la Cina se fosse libera e democratica, e a Pechino ne hanno paura. E poi non hanno sovranità su Taiwan, la loro sarebbe un’annessione». La visita di Pelosi, spiega, «per noi è stata una normale visita di parlamentari di Paesi amici. Non dimostra che Taiwan è più indipendente, più libera, più sovrana. Per noi tutti sono amici, anche i cinesi: è il governo di Pechino a essere contro Taiwan. Abbiamo lo stesso sangue, ma nel loro ci sono marxismo, leninismo e maoismo, nel nostro no».

Fonte: Il Sole 24 Ore