Tra i giovani designer vince il cinese Ololoo, il SaloneSatellite tornerà a Shanghai

Del SaloneSatellite colpiscono soprattutto i volti dei giovani designer. Sguardi un po’ persi che comunicano incertezza. Come se dicessero: “Ce la farò? Come andrà? Chissà se qualcuno verrà qui da me a sentire la mia storia”.
Tanti sono qui soli. Per poter esporre al padiglione sette, nel cuore del Salone del mobile di Milano, bisogna superare una selezione globale. Poi il costo dello spazio non è esosissimo. Parliamo di millecinquecento euro per tutta la settimana. Altri sono studenti e arrivano con le università e le scuole di design internazionali.

Anche da Teheran per incontrare il mondo

Per la prima volta quest’anno hanno partecipato anche la Belgrade Business and Arts Academy dalla Serbia, Michael Graves College dagli Stati Uniti e Xi’An Jiaotong-Liverpool University dalla Cina. Poi Rhode Island School, Tongji University, Osaka University, Seoul National University. Da segnalare anche il Sud Africa, fino al debutto della Prince Sultan University di Ryad.

Proprio allo spazio saudita ci sono Layan Alsoghaeier e Shahla Al Shaika, due studentesse di ventidue anni con la loro professoressa. Mostrano i loro progetti che sono una rivisitazione di oggetti e arredi tradizionali. Giochi antichi e poltrone.

Una presenza che colpisce tanto più che a pochi passi c’è invece di Sin -A , un giovane iraniano che ha il suo studio a Teheran. «Il mio nome – racconta – mi è stato dato in onore di Avicenna, un medico filosofo, e matematico persiano». Anche i suoi lavori reinterpretano la tradizione, un progetto sulla luce e sul vetro. Un progetto sulla speranza che rinasce dopo tempi in cui la fine del mondo sembra vicina. «Sono qui – continua Sin -A per proporre la mia cultura al mondo e incontrare culture diverse. Milano è il posto giusto per incontrare questo mondo».

Giro di boa dei 25 anni

Il SaloneSatellite nel 2024 compie venticinque anni ed è stato curato anche in questa edizione da Marva Griffin Wilshire. Per questo compleanno è stata organizzata una esposizione alla Triennale di Milano dove vengono presentati i lavori dei designer che hanno cominciato proprio dal Satellite. «Non abbiamo altri parametri per premiare questi giovani – spiega Wilshire – che non sia quello che propongono, il prodotto e la ricerca che c’è dietro».

Fonte: Il Sole 24 Ore