Ucraina, la Nato e l’uso delle armi in Russia. Da Meloni a Salvini: ecco le posizioni del governo

La posizione dell’Italia sul dossier Ucraina resta ferma: il governo è impegnato al fianco di Kiev contro l’aggressione russa, ma vuole scongiurare un’escalation, perché la Nato non è in guerra con Mosca. Al contrario, l’appello del segretario generale Jens Stoltenberg a consentire agli ucraini l’uso delle armi occidentali per colpire oltreconfine (opzione su cui sta riflettendo anche la Casa Bianca) rischia di andare nella direzione opposta al principale obiettivo: «Raggiungere la pace». Di qui le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Non so perché Stoltenberg dica una cosa del genere. Sono molte le dichiarazioni discutibili, ricordo Macron, io consiglio maggiore prudenza», con riferimento anche alla recente fuga in avanti dell’Eliseo sul possibile invito di truppe occidentali sul terreno.

Sul fronte opposto torna invece a sventolare minacce il falco Dmitry Medvedev, evocando una “guerra mondiale” nel caso di un maggiore coinvolgimento degli alleati dell’Ucraina. Per Roma non è in discussione che la Nato debba «mantenere la sua fermezza senza segni di cedimento», ma allo stesso tempo «è importante» che l’Alleanza «continui a mantenere il sostegno all’Ucraina per raggiungere la pace». Una posizione di fatto condivisa con Berlino, che si è rifiutata di fornire i Taurus a lunga gittata a Kiev, e che attraverso il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito: «Abbiamo concordato regole chiare con l’Ucraina per le consegne di armi. E funzionano». Ovvero, non possono essere usate in Russia.

La minaccia di interrogazione della Lega

Nel governo italiano Matteo Salvini è stato il più duro nei confronti di Stoltenberg: «O ritratta o chiede scusa o si dimette», la richiesta del segretario della Lega, mentre il suo partito si è detto pronto «a depositare un ordine del giorno o una interrogazione» in Parlamento «finalizzate a censurare» queste «parole di guerra». Con il suo candidato alle europee, il generale Vannacci, che parla di «rischi di non ritorno».

Salvini: la Nato parla a sproposito

E ancora: «La Nato sta parlando a sproposito, perché quando dice di usare le armi che abbiamo mandato in Ucraina non solo per difendersi, ma per aggredire, sparare e uccidere in Russia, non parla in nome del popolo italiano. Io dico di no, l’Italia non è in guerra contro nessuno. Non voglio la terza guerra mondiale, non è una cosa che voglio lasciare ai miei figli come ipotesi di futuro. La Comunità Europea è nata per garantire pace, benessere e lavoro ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini a Castel Volturno.

Tajani: Stoltenberg sulle armi a Kiev? Sono opinioni personali’

 Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani le nuove affermazioni del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg «sono opinioni personali. Sono opinioni del segretario generale. L’Italia ha già deciso: non siamo in guerra con la Russia, non invieremo un soldato italiano a combattere in Ucraina e non siamo assolutamente favorevole all’utilizzo di strumenti militari inviati all’Ucraina fuori dai confini dell’Ucraina, e quindi gli strumenti militari inviati dall’Italia inviati a Kiev non saranno inviati fuori dai confini dell’Ucraina». E ancora: «L’utilizzo da parte delle forze armate ucraine è sotto controllo italiano. Noi dobbiamo essere portati a conoscenza di come e dove vengono usati gli strumenti militari».

Fonte: Il Sole 24 Ore