Un Don Carlo di «superstar» si apre con applausi per la senatrice Segre

Un Don Carlo intenso e politico con per protagonisti i vertici della lirica mondiale e con un’accoglienza particolarmente affettuosa per la senatrice a vita, Liliana Segre, applaudita al suo ingresso in sala per questa prima di Sant’Ambrogio (con qualcuno dal loggione ha inneggiato “all’Italia antifascista”). Il Teatro alla Scala, che ha sul podio il direttore Riccardo Chailly alla sua decima inaugurazione di stagione, schiera le super star Anna Netrebko (Elisabetta di Valois) e Francesco Meli (Don Carlo, bravo anche se è inciampato nel medesimo acuto che fu duro a Pavarotti) che raggiungono le sei inaugurazioni ciascuno, Luca Salsi (Rodrigo, Marchese di Posa) alla quarta. È al suo primo 7 dicembre Michele Pertusi (Filippo II) al debutto come Elina Garanča (Principessa d’Eboli, fin qui la più brava). Nella parte dell’Inquisitore Jongmin Park.

Lluís Pasqual

A firmare la regia è Lluís Pasqual, già assistente di Giorgio Strehler a Milano e fondatore del Teatre Lliure di Barcellona che alla Scala aveva già realizzato Gianni Schicchi nel 1996 e La donna del lago nel 2011. (Qualcuno eccepisce sia statica: il sottoscritto la definirebbe finalmente rispettosa dei cantanti oltre che plumbemente maestosa). Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi del premio Oscar Franca Squarciapino. I costumi – bellissimi nei loro echi alla Velázquez- nei toni del nero, colore d’uso fra l’aristocrazia spagnola dell’epoca.

Le polemiche

Dopo le polemiche del giorno prima sull’assegnazione dei posti nel palco reale la ricomposizione del cerimoniale con la senatrice a vita Liliana Segre – “sono da sempre un’amante della lirica, sono un’abbonata da tanti anni alla Scala, sono partita dal loggione e questo è un bel punto da ricordare” – vicina al presidente del Senato, Ignazio La Russa, e al Sindaco di Milano, Giuseppe Sala. E ancora la ministra Maria Elisabetta Casellati, il ministro Matteo Salvini, e il presidente della Regione Attilio Fontana. Presente anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Tra gli ospiti in sala l’immancabile Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada e il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. E ancora il presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, il presidente della Ca de Sass, Gian Maria Gros-Pietro, il presidente di Piaggio, Matteo Colaninno; il presidente dell’Enel, Paolo Scaroni, il ceo di Illimity, Corrado Passera, il Ceo di Cellnex, Marco Patuano, Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm. Per il mondo dello spettacoloil ritorno della cantante Patty Smith, il regista Pedro Almodóvar, l’attore francese Louis Garrel, Ornella Vanoni, il ballerino Roberto Bolle.

In piazza la protesta ha inneggiato in favore della Palestina mentre dentro al Teatro un pensiero a Giulia Cecchettin e a Giulia Tramontano e a tutte le vittime del femminicidio: alcune ospiti hanno indossato “il rosso” per mandare un messaggio contro la violenza sulle donne.

Infine una coda polemica. Ieri i lavoratori di Rsa e Rls Slc-Cgil del Teatro alla Scala e l’Anpi Scala avevano preannunciato che in polemica con il presidente del Senato non avrebbero presenziato al momento di saluto istituzionale, e così La Russa non si è recato dal direttore d’orchestra per il tradizionale omaggio al maestro, che è stato invece ringraziato dal sovrintendente Dominique Meyer e dal ministro Sangiuliano.

Fonte: Il Sole 24 Ore