Vaiolo delle scimmie, primo caso in Italia. Come si trasmette e con quali sintomi

Il 18 maggio tocca al Portogallo: 5 casi confermati di vaiolo delle scimmie, più di 20 i sospetti, tutti giovani uomini e tutti a Lisbona e nella valle del Tago. Anche la Spagna ha segnalato 8 casi sospetti. Questa, evidenzia l’Ecdc, «è la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale. Questi sono anche i primi casi al mondo segnalati tra gli Msm». E in Canada, secondo quanto riporta la “Bbc online”, ci sarebbero verifiche in corso su oltre una decina di casi sospetti.

Martedì, il Cdc statunitense ha segnalato di essere preoccupato per lo stato dell’epidemia nel Regno Unito e per il potenziale allargamento del contagi: «Abbiamo la sensazione che potrebbero esserci alcuni metodi insoliti di trasmissione, attraverso il contatto intimo o qualche forma di stretto contatto personale che non abbiamo precedentemente associato al vaiolo delle scimmie».

Oms: no a restrizioni sui viaggi

L’Oms, al momento, «non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento», e ha organizzato una riunione di esperti sul vaiolo delle scimmie e sugli orthopoxvirus, la più ampia famiglia di virus del vaiolo, per l’inizio della prossima settimana. Tra le questioni che gli esperti probabilmente affronteranno c’è un apparente cambiamento nell’epidemiologia della malattia nei paesi in cui il virus è endemico che si è verificato negli ultimi anni. «Stiamo assistendo a un cambiamento nella distribuzione per età dei casi, ma anche a un cambiamento nella distribuzione geografica dei casi,- ha affermato Ichael Ryan, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie dell’Oms -. Dobbiamo capire davvero il comportamento umano in quelle regioni e cercare di impedire che la malattia raggiunga l’uomo».

Il vaiolo delle scimmie è «ancora una volta, un risultato del maltrattamento cui stiamo costringendo il nostro pianeta – così il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti, contattato da LaPresse -. Non è una nuova malattia. Esiste da tempo e, in Sud America, è emerso come risultato del disboscamento delle foreste amazzoniche, con conseguente maggiore contatto tra specie animali selvatiche e uomo – spiega – Fortunatamente non è il vaiolo umano».

Cos’ è e come si presenta

Il vaiolo delle scimmie in genere inizia con una malattia simile all’influenza e un gonfiore dei linfonodi, seguiti da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione è abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il «monkeypox» per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.

Fonte: Il Sole 24 Ore