
Viaggio nel futuro delle miniere dopo l’ok ai progetti per la ricerca mineraria
Prima di riaprire le miniere passerà ancora un po’ di tempo. Ma la corsa alle materie critiche, necessarie per la transizione ecologica, non si ferma e, anzi, si allarga. Perché accanto alle iniziative private, quelle che vedono alcune aziende richiedere permessi di ricerca in diverse parti d’Italia, si aggiungeranno i 14 progetti contenuti nel programma nazionale di esplorazione mineraria approvato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica.
Nord Italia
Nel Nord-Est, Lombardia e Trentino-Alto Adige saranno al centro delle ricerche per la presenza di fluorite e barite, nonché di terre rare localizzate nelle Alpi Meridionali. In Piemonte l’attenzione si concentrerà sull’area di Finero, dove l’indagine riguarderà i metalli del gruppo del platino (PGM). Nella stessa regione si cercherà di valutare anche la presenza di Litio. Sempre in Piemonte e in Liguria si cercherà di approfondire la conoscenza dei depositi di grafite e in Liguria saranno esplorati anche giacimenti di rame e manganese.
Dalla Toscana al Lazio per il litio
Nel Centro Italia, in particolare in Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Marche, sarà analizzato il potenziale del litio, sia in contesti geotermali che sedimentari. In Toscana, inoltre, saranno oggetto di studio i noti depositi di antimonio e magnesio delle Colline Metallifere, mentre nel Lazio le attività si focalizzeranno sulla fluorite, anche in relazione alla sua concentrazione in terre rare.
Campania, Calabria e Sardegna
Nel Sud Italia, la Campania sarà interessata da indagini sul litio, sui feldspati e su altri minerali industriali strategici per l’industria nazionale, mentre in Calabria verranno esaminati i significativi giacimenti di grafite della Sila. In Sardegna, storicamente la principale regione mineraria italiana, l’esplorazione riguarderà diversi materiali: minerali industriali come feldspati, zeoliti, bentoniti e caolino presenti nelle aree magmatiche; mineralizzazioni a fluorite, barite e terre rare nel centro-sud dell’isola; e i più importanti depositi metalliferi. In particolare, si opererà nel distretto di Funtana Raminosa, dove verranno indagati tungsteno, terre rare, rame e altri solfuri, e nel settore sud-occidentale dell’isola, dove l’interesse è rivolto al rame e al molibdeno, associati a stagno, bismuto, arsenico e oro.
Si parte con l’esplorazione
Il punto di partenza è quello dell’esplorazione, procedimento necessario per valutare il potenziale dei territori e procedere quindi con programmi di lavoro. Per il momento non è stato ancora definito come si andrà avanti. Ossia se procedere con accordi di programma o con le Regioni. Perché al centro dei progetti ci sono i siti minerari con concessione scaduta e quindi rientrati nella disponibilità dello Stato delle Regioni. La valutazione «avverrà caso per caso».
Fonte: Il Sole 24 Ore