Winestillery sbarca all’estero e lancia il suo primo whisky

Enrico, Niccolò e Ginevra Chioccioli Altadonna sono figli d’arte. Il padre, Stefano, è uno dei winemaker, o enologi che dir si voglia, più quotati in Italia, ma i tre figli si sono spinti oltre la magia della fermentazione di cui il padre è maestro per lanciarsi in quella della distillazione. Partono a Gaiole in Chianti con un alambicco da 500 litri fatto da Frilli, altra azienda toscana e firma riconosciuta nell’ambiente internazionale degli spirits, un pot still per distillazione discontinua e ovviamente, di questi tempi, il primo a entrare in bottiglia è un gin.

Ma i Chioccioli non seguono semplicemente il trend alcolico del momento, hanno una visione di come fare le cose e la spiegano con meticolosa precisione nel loro manifesto “From grape to glass”: botaniche locali, niente additivi artificiali o coloranti, maturazione e affinamento in loco, possibilità di esplorare altre materie prime e altri distillati.In questo ultimo passaggio c’è forse un indizio che però nessuno coglie.

Winestillery nel frattempo si mette in luce nel panorama italiano sempre più affollato di piccole distillerie. La loro materia prima è l’uva e da questa arrivano a produrre un London Dry Gin ma pure un Old Tom Gin, cugino solitamente un po’ trascurato del primo che dovrebbe essere più dolce e lo è, ma non per lo zucchero aggiunto, ma per la scelta delle botaniche, come la cannella, che conferiscono una piacevole morbidezza. Introducono poi una vodka e due vermouth, uno rosso da uve Sangiovese, e uno bianco dry, da uve comunque della azienda vitivinicola di famiglia.

L’azienda comincia a ingranare le marce: il 2023 è l’anno dell’apertura di nuovi mercati all’estero con il Canada e una decina di stati negli Usa che si aggiungono a buona parte dell’Europa continentale e a due presidi asiatici in Giappone e a Singapore. Il fatturato pertanto dell’anno in corso si chiude con un +30% rispetto all’anno precedente.

Ma il 2023 si chiude soprattutto con un doppio annuncio dato in anteprima a Food24: il primo whisky (a conferma di un trend che sta prendendo corpo in Italia)  firmato Winestillery e una nuova distilleria.
Questa volta in centro a Firenze. «A meno di venti minuti a piedi dal Duomo – rivela Enrico Chioccioli, che di Winestillery è il master distiller – Erano anni che cercavamo un posto ideale dove produrre a Firenze e comprensibilmente le difficoltà da superare sono state davvero molte. Di permessi e burocrazia naturalmente ma anche di capienza del posto. Oggi abbiamo la location adatta: circa 500 metri quadrati per distilleria, con un alambicco progettato su misura ancora una volta da Frilli, cantina di affinamento per circa 150 barrique e piccolo shop».

Fonte: Il Sole 24 Ore