11 settembre 2001: cosa è successo (e perché) nell’attacco alle Torri Gemelle

Quante vittime ci sono state?

Il bilancio complessivo dell’attentato è di 2.977 vittime, con l’aggiunta dei 19 attentatori divisi fra i quattro aerei. In totale sono morte 2.606 persone solo fra le due torri gemelle, 246 passeggeri ospitati dai quattro voli e 125 persone al Pentagono. Fra i soccorritori intervenuti a New York, il prezzo più alto è stato pagato dai vigili del fuoco del New York City Fire Department: 343 i pompieri caduti durante le operazioni di salvataggio dei cittadini. Secondo la ricostruzione della commissione d’inchiesta del governo Usa, all’interno delle due torri si trovavano un totale di 17.400 persone: non è sopravvissuto nessuna fra quelle intrappolate nella piani più alti della torre Nord, sopra al punto esatto dello schianto dell’aereo, mentre 18 persone incastrate nella stessa condizione nella torre sud hanno scovato una via di fuga.

Chi è il responsabile?

L’attentato viene rivendicato da Al-Qaida, in arabo «la base», un’organizzazione terroristica sunnita capitanata da Osama Bin Laden: un fondamentalista saudita, proveniente da una ricchissima famiglia di costruttori di Jedda, diventato noto negli anni della guerriglia contro l’Unione sovietica in Afghanistan e poi fra i principali nemici pubblici degli Stati Uniti. La motivazione è il coinvolgimento degli Usa in conflitti «contro i musulmani», oltre al suo sostegno a Israele. I 19 jihadisti che eseguono l’attacco sono suddivisi in tre team da 5 persone e uno da quattro: 15 sono sauditi, due emiratini, uno egiziano e uno libanese. I terroristi che si occupano materialmente di dirottare l’aereo erano stati formati nell’aviazione negli Usa.

Perché proprio le Torri Gemelle? 

In realtà tutti i quattro obiettivi dell’attentato ricoprivano un valore simbolico nella guerra di Al Qaida agli Usa. Il Pentagono è centro nevralgico del potere militare di Washington. Capitol Hill, l’unico dei quattro bersagli a uscire intonso, ospita il Congresso e quindi il potere legislativo degli Stati Uniti. Il caso delle Torri Gemelle è diventato sinonimo dell’intero attacco sia per il peso specifico sull’attentato, con le sue oltre 2.600 vittime, sia per l’ampia diffusa di testimonianze video e audio che immortalano la «ferita dell’Occidente» in una delle sue capitali morali, New York. Le twin towers, alte 417 e 415 metri, svettavano su Manhattan ed erano ospitate dal World Trade Centers, un complesso finanziario nel cuore della metropoli: una metafora del potere economico degli Usa e della globalizzazione, oltreché un luogo effettivo di scambi e operazioni miliardarie.

Cosa è successo dopo l’11 settembre? 

L’attentato ha scatenato la reazione immediata degli Usa, con la guerra in Afghanistan per sradicare il regime dei Talebani (vicini ad Al Qaida) e neutralizzare lo stesso Bin Laden. L’intervento statunitense ha rovesciato il regime talebano, tornato alla ribalta esattamente due decenni dopo con l’addio delle truppa americane al paese nell’agosto 2021 e la riconquista di Kabul. Nel 2003, nel vivo della «Guerra al terrore» indetta dall’allora presidente George W. Bush, gli Usa guidano una coalizione internazionale in un secondo conflitto contro l’Iraq di Saddam Hussein (anche se non saranno provati legami con gli attacchi dell’11 settembre, né la presenza delle «armi chimiche» denunciate come una delle cause scatenanti dell’attacco).

Bin Laden verrà invece eliminato solo nel 2011, con un blitz nel suo nascondiglio nella capitale pakistana Islamabad. Il World Trade Center è stato ricostruito a New York, sulle ceneri del sito precedente, con un unico grattacielo a sostituire le due torri: il One Wolrd Trade Center, noto anche come la Torre della libertà (Freedom Tower).

Fonte: Il Sole 24 Ore