Calabria, a rischio i fondi della Ue: bloccati 69 milioni per irregolarità

Ma non tornano né gli importi né le date. Perché la Commissione avrebbe dovuto pronunciarsi a luglio 2021 su una spesa di cui la regione avrebbe chiesto il rimborso a fine 2018? Un maldestro tentativo di scaricare sulle gestioni passate problemi di oggi? Dall’autorità di gestione regionale, interpellata via mail, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Mentre ha risposto la portavoce della Commissione: «Non spetta a noi commentare, confermare o smentire comunicati stampa emessi da altre istituzioni. Possiamo solo dare la nostra posizione». Che è la seguente: «Sulla base delle irregolarità individuate durante le procedure di audit, la Commissione ha concluso che esisteva il rischio che fossero presenti spese irregolari nelle spese dichiarate alla Commissione l’8 giugno e il 28 luglio 2021 e ha deciso di interrompere le relative richieste di pagamento».

Nulla a che vedere, dunque, con vecchie annualità. In ogni caso, «il 16 settembre le autorità italiane – spiega sempre Bruxelles – hanno risposto alla lettera di interruzione e indicato le misure correttive attuate per affrontare le problematiche individuate dai revisori della Commissione» che ora sta «valutando l’adeguatezza delle misure correttive messe in atto dalle autorità italiane. Qualora la valutazione risulti soddisfacente e le azioni di mitigazione poste in essere risultino efficaci, l’interruzione del rimborso delle richieste di pagamento sarà revocata». La vicenda, quindi, potrebbe chiudersi positivamente per la regione nel giro di alcune settimane.

Interrotti anche i pagamenti del Programma Fesr Campania

Ma quello calabrese non è l’unico programma i cui pagamenti sono bloccati. C’è anche quello del Fondo di sviluppo regionale della Campania, i cui pagamenti sono fermi dal 4 agosto, sempre in seguito ai risultati di un audit sul sistema di gestione e controllo del programma, a conferma di quanto sia stretto il sistema di verifica della spesa dei fondi europei.

In questo caso, le carenze individuate dai revisori della Commissione riguardano principalmente l’uso scorretto del finanziamento retroattivo e l’uso di una piattaforma elettronica irregolare per aggiudicare appalti pubblici. Fonti europee interpellate si sono dette ottimiste su una soluzione rapida per il programma campano.

Le precisazioni di Spirlì e dell’autorità di gestione calabrese

Dopo la pubblicazione dell’articolo, la regione ha replicato con una nota del dipartimento alla Programmazione, per «puntualizzare come l’articolo sia foriero di dubbi che non possono sussistere dopo le precisazioni, già rese dalla regione, sulla questione relativa alla temporanea interruzione del pagamento dei crediti maturati sui fondi comunitari».
«Il presidente, Nino Spirlì, e l’autorità di gestione, Maurizio Nicolai, riaffermano che le questioni sono esattamente quelle riportate nella precedente nota dell’amministrazione e cioè che si tratta di una irregolarità sui controlli di una spesa di 30.657 euro sostenuta nel 2016 e rendicontata negli anni 2017 e 2018».
«L’audit della commissione è stato svolto dopo 24 mesi, come da regolamento, cioè nel dicembre 2020 – scrive il dipartimento regionale della Programmazione per rispondere alle domande sollevate nell’articolo – e le risultanze sono state notificate nell’anno successivo, cioè il 2021. Come noto, i dubbi sul sistema dei controlli fermano l’erogazione dei crediti maturati dall’amministrazione che sono, nella fattispecie, quelli delle domande di rimborso di giugno e luglio, ma l’irregolarità è e rimane quella oggetto di controllo, cioè 30.657 euro. Tanto per significare che è erronea la notizia che sono a rischio 69 milioni di euro, essendo questi solamente i crediti relativi al FSE non liquidati dalla Commissione ma assolutamente non a rischio».

Fonte: Il Sole 24 Ore