Agrivoltaico, European energy pronta a investire 500 milioni

Sale di circa mezzo miliardo di euro, e vira decisamente sull’agrivoltaico, con il 70-80% della somma dedicato quel tipo di soluzione, il progetto d’investimento in Italia di European energy (Ee), azienda danese specializzata nella realizzazione di parchi per produrre energia rinnovabile. A sottolineare la spinta verso il mix tra solare e agricoltura è anche l’accordo, appena siglato, tra Ee Italia e l’Università della Tuscia di Viterbo-Cirder (Centro integrato di ricerca e diffusione delle energie rinnovabili). A spiegare i piani del gruppo, e anche lo scopo dell’intesa con l’ateneo, è Alessandro Migliorini, country manager e director di Ee Italia, il quale, a gennaio del 2022, aveva annunciato che l’azienda stava attivando in Italia 2 miliardi di investimenti su fotovoltaico, eolico, biogas e idrogeno.

Un decreto ad hoc

A questi ora si aggiungono, dice Migliorini, altri 500 milioni, in gran parte indirizzati sull’agrivoltaico. Anche perché, chiarisce, «in questi ultimi 2-3 anni c’è stata una proliferazione di norme in materia, che nasce un po’ dai conflitti col ministero della Cultura, le sovrintendenze e dalla questione del consumo di suolo, che poi è sfociata in un documento normativo che prevede le cosiddette aree idonee e quelle non idonee. E si è registrata anche la produzione di un decreto specifico sull’agrivoltaico, che mette a disposizione più di un miliardo di euro di supporto per questo genere di applicazione. Riteniamo, quindi, che, in prospettiva, sarà sempre più difficile fare del solare tradizionale, senza l’agricoltura sotto i pannelli. Anche l’Ue, con la direttiva Red 3, dovrebbe spingere ancor più su questa strada». Proprio in virtù di queste nuove normative, prosegue Migliorini, «l’Italia oggi si posiziona come uno dei key market, non solo per noi ma in generale per tutti gli investitori mondiali. Tanto più che adesso c’è una bozza di decreto, il Fer X, che dovrebbe prevedere un sistema d’incentivazione dei cosiddetti “contratti per differenza” con il Gse, per 45 gigawatt di solare e 16,5 gigawatt di eolico».

Per portare a compimento il piano d’investimenti in Italia di Ee, «ci vorranno – dice Migliorini – quattro o cinque anni, contando sia le strutture per le quali abbiamo già le autorizzazioni sia quelle che chiederemo di autorizzare; però è chiaro che, nel frattempo, rimpingueremo sempre di più la pipeline di progetti».

L’accordo con Unituscia

L’accordo con Unituscia, sottolinea il manager, è stato stretto proprio per seguire la direzione dell’agrivoltaico: «Avremo una collaborazione grazie alla quale, su ogni progetto, loro ci supporteranno nell’individuazione della coltura migliore e, nella fase autorizzativa, anche per rappresentare agli enti quello che si andrà a fare sotto sotto i pannelli e, quindi, per ottimizzare la parte agricola. È rilevante, nel momento in cui si chiedono autorizzazioni, far vedere che la coltura che si andrà a fare è tipica del posto o che, comunque, è fattibile. Del resto, abbiamo progetti in fase di sviluppo praticamente in tutte le regioni d’Italia e, soprattutto, in quelle a grande vocazione agricola, come Veneto, Piemonte, Emilia Romagna».

La collaborazione con Unituscia, conclude Migliorini, prevede, tra l’altro, finalità inerenti ad agricoltura digitale, energie rinnovabili, didattica e formazione professionale, rivolte agli interlocutori pubblici e privati, al sistema camerale, alle imprese e agli studenti. La partnership, inoltre, si articolerà «nell’ambito della ricerca e verso lo sviluppo di nuovi impianti, progettati secondo le best practices tecnologiche».

Fonte: Il Sole 24 Ore