Amazon chiude i negozi cinesi e blocca le spedizioni verso gli Usa

Le frizioni del commercio Usa-Cina viaggiano online. Amazon ha appena bloccato in un sol colpo 20 milioni di dollari di merce chiudendo i 340 negozi di un cliente top: Shenzhen Youkeshu Technology, collegato a Tiza, società di software di Nanjing quotata a Shenzhen. Amazon accusa Youkeshu di aver utilizzato una pratica vietata nell’e-commerce, quella delle recensioni sugli acquisti a pagamento fatte per gonfiare illegalmente il business.

La battaglia tra Amazon e le società cinesi

È solo l’ultimo atto di una lunga serie di schermaglie tra le 200mila aziende presenti su ciò che resta in Cina del gigante americano che, due anni fa, conscio dell’impossibilità di competere con Alibaba&co., ha chiuso il quartier generale lasciando la divisione Amazon Prime Crossborder che ha grandi potenzialtà.

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Ma i cinesi sono delusi del trattamento riservato loro, specie dopo che una delegazione di imprenditori americani del Midwest un mese fa ha incontrato la municipalità di Shenzhen per discutere proprio le prospettive dell’e-commerce crossborder. A settembre la megalopoli ormai snodo cruciale della logistica cinese ospiterà la prima fiera di settore per le aziende che vogliono vendere i loro prodotti sui mercati esteri con l’e-commerce. Ma, come si può notare, non è tutto rose e fiori.

L’appeal del mercato statunitense

L’e-commerce in generale ha raddoppiato il fatturato grazie alla pandemìa, ed è proprio verso gli Usa che ora si stanno dirigendo i prodotti a marchio cinese.

L’ultima edizione di 6.18, il festival dell’e-commerce via streaming fondato da JD.com, ha fatto emergere almeno una ventina di nuovi marchi cinesi per giovani che hanno rafforzato l’orgoglio nazionale anche dal punto di vista del riscatto sulla qualità.

Fonte: Il Sole 24 Ore