Anche l’Inter frena col Cagliari (2-2).Nel derby col Milan servirà vincere

Frena tu che freno anch’io. Forse per colpa del caldo esagerato, quasi da fine campionato, in vetta alla classifica c’è una strana aria di smobilitazione. Si va avanti, ma al rallentatore. Piano, senza giudizio.
A cominciare proprio dall’Inter che, a San Siro col Cagliari, complice il clima troppo festaiolo per l’imminente scudetto, non va oltre a un pareggio (2-2) che alla fine va quasi più stretto alla squadra di Ranieri, ormai salva visto che ora ha 5 punti di vantaggio sulla terz’ultima.

E quindi?

E quindi, come se un abile sceneggiatore ci avesse messo lo zampino, per vincere lo scudetto nel prossimo derby col Milan (lunedi 22 aprile), all’Inter servirà una vittoria. Perchè anche i rossoneri, nel pomeriggio, in una partita surreale a Reggio Emilia, avevano impattato (3-3) con il Sassuolo.
E allora eccolo qua il derby della verità: un derby col botto che assume contorni da sfida all’Ok Corral, perchè, diciamolo, per l’Inter sarebbe il massimo della goduria far coincidere la festa dello scudetto con una nuova mazzata ai cugini che da ben cinque derby non vedono palla e che, in quest’ultima settimana, sono ripiombati in una delle loro solite cicliche bufere.

L’Inter però non scoppia di salute. Vero che l’aria della seconda stella scaccia via i cattivi pensieri, ma qualche scricchiolio col Cagliari si è notato. Soprattutto in difesa dove i nerazzurri, due volte in vantaggio ( Thuram e un rigore dell’infallibile Calhanoglu), si sono fatti riacchiappare un po’ da polli prima da Shomurodov e poi da Nicolas Viola, già in gol domenica scorsa nella vittoriosa partita con l’Atalanta. C’è stata qualche velata protesta per un tocco di braccio ritenuto non punibile di Lapadula, ma va ricordato che lo stesso Viola, nel finale, ha sfiorato per due volte il colpo del 3-2. Bravo quindi il Cagliari che con Ranieri ha azzeccato, ancora una volta, dei cambi vincenti. Meno sul pezzo invece l’Inter che, ridendo e cantando, ha perso l’occasione per superare il record della Juventus (2013-2014) di 102 punti. Pazienza, non si può avere tutto.

Sassuolo-Milan (3-3), pareggio surreale

E il Milan? Dalle stelle alle stalle. In quattro giorni, perdendo giovedì la prima sfida con la Roma e poi con questo balengo pareggio (3-3) domenicale col Sassuolo, Il Milan si è rimangiato tutti gli elogi più o meno disinteressati raccolti dopo la brillante striscia di sette vittorie consecutive. E ora sul futuro di Pioli ci banchettano tutti. Già si parla di Roberto De Zerbi e Vincenzo Italiano e perfino di un tecnico spagnolo, Julien Lopetegui, rimasto naturalmente senza panchina. Tutto sembra in mano a Ibrahimovic cui Gerry Cardinale ha praticamente consegnato, come fosse San Pietro, le chiavi del Milan. Viene da chiedersi quale esperienza, come dirigente, abbia Ibra per intervenire su tasselli così delicati di una squadra comunque seconda in classifica. Ma sono domande che non hanno risposta. Tutto si gioca sull’emotività. Su due partite andate bene o andate male. Intanto Pioli, giustamente, naviga a vista. “Il futuro? Prima dobbiamo vincere il derby”, risponde col solito pragmatismo sapendo di contare sulla fiducia dei fedelissimi. Che ultimamente però lasciano a desiderare.

La sconfitta con la Roma non è la fine del mondo, d’accordo. I giochi sono ancora aperti, però ci sono degli appuntamenti in cui si deve arrivare con i famosi occhi della tigre. Al netto dell’uno a zero, che avrebbe potuto anche essere un pareggio se Giroud non si fosse mangiato un gol quasi indecente, la squadra di De Rossi è entrato in campo con quello spirito speciale indispensabile in queste sfide. Il Diavolo invece era un diavoletto con i suoi tre giocatori più rappresentativi (Leao, Teo Hernandez, Giroud) in modalità soporifera. A Reggio Emilia, un “pastiche” da non prendere troppo sul serio, la squadra di Pioli, ampiamente rimaneggiata, è riuscita ad andare sotto 3-1 con il Sassuolo, cioè la penultima in classifica. Poi è vero che a Chukwueze sono stati annullati due gol (fuorigioco) per questione di millimetri. E che dopo l’iniziale due a zero dei padroni di casa, Leao è uscito dal suo stato di ipnosi realizzando il 2-1 e offrendo il pallone del 3-2 a Jovic.

Fonte: Il Sole 24 Ore