Basquiat e Kusama in testa nell’asta di Phillips

Grazie a 36 lotti venduti su 36 (dopo il ritiro di uno), il catalogo d’arte del XX secolo e contemporanea proposto da Phillips la sera del 18 maggio a New York ha portato a un fatturato di 225 milioni di dollari, oltre la stima alta e miglior risultato di sempre per la casa d’aste. Il ricavo è dovuto per quasi il 40% ad un solo lavoro di Basquiat, e nove dei dieci principali realizzi sono dovuti ad artisti affermati e defunti, mentre continua la speculazione fra i giovani (soprattutto artiste).

Il Basquiat ‘giapponese’

L’asta è stata caratterizzata dal ritorno sul mercato dopo sei anni di una enorme (oltre 5 x 2 metri) composizione di Basquiat dipinta a Modena nel 1982, anno chiave per l’artista, riproposta dall’irrequieto ‘collezionista’ giapponese Yusaku Maezawa, che partiva da una stima a richiesta e garantita attorno a 70 milioni di dollari, contro i 57,3 milioni pagati da Christie’s nel 2016. Il risultato finale di 85 milioni, terzo prezzo di sempre per il re della street art americana, comprende le commissioni da un’aggiudicazione a 75 milioni di $, che garantirebbe al venditore un profitto di circa 17 milioni di $. Di certo la sequenza di vendite dell’imprenditore giapponese dell’e-commerce mette fine alle sua ambizioni di creare un museo personale aperto al pubblico.

Grandi nomi milionari

I restanti nove lotti fra i primi dieci hanno portato 102 milioni di dollari, di cui ‘solo’ 10,5 milioni per un’artista vivente, la giapponese Yayoi Kusama con un classico lavoro a pois del 1959 che ha raddoppiato la stima bassa raggiungendo 10,5 milioni di $, nuovo record per la popolare artista. Vi sono state diverse contese a colpi di rilanci, che hanno condotto a risultati oltre le aspettative come per una ‘spugna’ blu del 1961 di Yves Klein fino a 20 milioni, oltre la stima di 14-18 milioni, nonché i 15,7 milioni pagati dai Nahmad per un Calder del 1959 ‘39=50′. Anche il Picasso del 1932 ha superato le stima di 4-6 milioni per fermarsi a 10,3 milioni di $ con le commissioni, stesso prezzo per un nudo Pop di Lichtenstein del 1997 che però aveva altre aspettative stimate 8-12 milioni di $. I due lavori di Warhol hanno realizzato quasi 19 milioni in totale.

L’asta delle giovani promesse

Accanto ai nomi storicizzati sono stati protagonisti di rilanci e realizzi una serie di giovani apparsi nell’ultimo anno o meno come ‘i nuovi Maestri’. Non poteva, infatti, mancare la nuova beniamina del mercato e di Gagosian Anna Weyant con una natura morta del 2021 che ha raggiunto 730mila €, dalla stima di 100-150 mila $, mentre si notano due record rispettivamente per Robin F. William con un nudo del 2017 a 327mila $, il doppio della stima bassa, e Reggje Burrows Hodges con un lavoro figurativo di colore del 2019 a 730mila $, dalla stima di 200-300mila $.
Fra le nuovissime speculazioni Lauren Quin con un lavoro del 2020 a 302mila $, un multiplo della stima. Fra i nomi già noti è passata alla stima alta di 3 milioni una tela di Matthew Wong ‘Day 1′ e un panorama ‘acido’ del 2017 di Shara Hughes a 1,6 milioni da una stima di 300-500mila $, mentre Maria Berrio ha sfiorato 1 milione dalla stima di 400-600mila $.

Fonte: Il Sole 24 Ore