Doveva accadere, ed è accaduto. Nel portafoglio prodotti dell’export di vino italiano in quantità e nei primi 9 mesi dell’anno gli spumanti hanno sorpassato i vini rossi. D’altro canto, sono anni che le bollicine con in testa il fenomeno Prosecco trainano le esportazioni italiane e, sul principale mercato di sbocco del vino made in Italy, gli Stati Uniti, l’Italia già da qualche tempo, in particolare tra le nuove generazioni, è percepita principalmente come un paese produttore di spumanti più che di vini rossi.
Adesso la certificazione arriva anche dai dati di export. Secondo l’elaborazione effettuata dall’Osservatorio dell’Unione italiana vini per la prima volta le bottiglie di spumante dirette all’estero (528 milioni) hanno superato quelle di rossi e rosati (524 milioni) distanziando ancora di più i vini bianchi fermi a 460 milioni.
Un sorpasso – spiegano all’Osservatorio Uiv-Ismea – destinato a consolidarsi alla luce di una corsa, quella delle bollicine italiane, che ha visto quintuplicare la propria produzione nel giro di vent’anni e si appresta a infrangere la quota record di 1 miliardo di bottiglie entro la fine dell’anno, con 355 milioni di pezzi consumati in Italia e nel mondo solo per le Festività.
«Dei tanti traguardi raggiunti in questi anni dallo spumante – ha commentato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – questo è tra i più significativi. Lo sparkling italiano vince sui competitor stranieri perché è pop e si rivolge a target trasversali, e perché in diversi casi è abbinabile a una tendenza cocktail che dagli Usa sta ormai diventando globale. Un successo del metodo Charmat ascrivibile in gran parte alla galassia Prosecco e alla sua gestione, per un’area che pur rappresentando solo il 6% del vigneto Italia oggi sta tenendo a galla il nostro export».
È infatti lo spumante l’assoluto protagonista della crescita dell’export italiano di vino (quasi 6 miliardi di euro) registrata nei primi 9 mesi di quest’anno. Se si eliminasse il contributo degli spumanti (che crescono in doppia cifra) la performance dell’export di vino italiano scenderebbe dal +3,4% ad appena un +0,5%.
Fonte: Il Sole 24 Ore