CO2, un maggior utilizzo di cereali integrali riduce l’impronta ambientale

Passa per la tavola la salute dell’ambiente. Trasformare le abitudini alimentari legate al consumo di cereali potrebbe contribuire a ridurre in modo sensibile le emissioni di CO2 legate alla loro lavorazione. Boston Consulting Group (Bcg), nell’analisi The Whole Truth About Whole Grains, si sofferma sulle produzioni di grano, mais e riso, le cui emissioni superano, a livello mondiale, quelle di Russia, Brasile e Germania messe insieme nelle fasi di produzione e raffinazione. Il ricorso a cereali integrali e fortificati, invece, si tradurrebbe in un valore nutrizionale da sei a sette volte più elevato di quello dei raffinati che consentirebbe di ridurre l’impronta ambientale dal 20 al 25% sulle emissioni di gas serra e sull’uso di terreni, acqua, fertilizzanti e pesticidi per unità di volume. Una trasformazione che favorirebbe una riduzione dell’impatto ambientale dall’85% al 90% per unità nutrizionale.

Farine fortificate in aiuto dell’ambiente

«Da un punto di vista strettamente ambientale – commenta Antonio Faraldi, managing director e partner di Bcg – difficile ignorare i benefici della fortificazione delle farine. Grazie a un maggiore apporto nutrizionale, su carta l’impronta per unità di volume prodotta sarebbe inferiore del 20%-25% sulle emissioni di gas serra e sull’uso di terreni, acqua e prodotti dannosi per l’ecosistema, come fertilizzanti e pesticidi. Guardandola da una prospettiva diversa, i cereali integrali fortificati non richiederebbero risorse aggiuntive rispetto a quelle che utilizziamo oggi per produrre il 20% in più di cibo destinato al consumo umano, promuovendo allo stesso tempo la biodiversità e riducendo la deforestazione».

Secondo le stime Bcg, un aumento del 30% del consumo di cereali integrali a livello globale comporterebbe una diminuzione annuale di 120 milioni di tonnellate metriche di CO2 equivalente. I cereali integrali fortificati forniscono una quantità significativamente maggiore di fibre e micronutrienti, vitamine e minerali essenziali, oltre a essere più ricchi di proteine e grassi sani rispetto alle controparti raffinate.

Il cambiamento è un gioco di squadra

Una sostituzione completa delle versioni raffinate dei cereali che mangiamo oggi non è realistica, andrebbe presa in considerazione l’interdipendenza tra cibo umano e animale, che richiede una transizione graduale verso cereali integrali fortificati per mitigare gli impatti lungo tutta la filiera agroalimentare.

Un’adozione graduale sarebbe preferibile sia per gestire la domanda nei Paesi a reddito più elevato sia i vincoli dell’offerta nei paesi a basso reddito, portando il mercato dei mangimi a un nuovo punto di equilibrio col tempo. Un obiettivo raggiungibile solo con un gioco di squadra, dove tutti gli attori coinvolti possono e devono svolgere la propria parte. In particolare, secondo le analisi di Bcg, ai produttori di diversi settori e catene spetta ripensare le proprie tipologie di prodotti, restando sensibili ai contesti culturali che definiscono le preferenze alimentari.

Fonte: Il Sole 24 Ore