Come trasformare le aziende con la tecnologia: la ricetta per un buon management

La tecnologia, certo. Ma da sola, come recitava un famoso spot (dove l’oggetto del gioco di parole era la “potenza”), non basta. E neppure in abbinamento alle prestazioni economiche. Concetto noto ma forse non abbastanza radicato, che ciclicamente torna di stretta attualità e che Alfonso Fuggetta, docente di Informatica al Politecnico di Milano e Ceo e Direttore scientifico di Cefriel, ha abilmente sviscerato in un’inedita chiave di lettura nel suo nuovo saggio (edito da Egea e da qualche settimana nelle librerie) “Alla ricerca del buon management – Esperienze e metodi per una cultura dell’innovazione”. 

La capacità di cambiare modelli e processi attraverso gli strumenti tecnologici, insomma, ha strette connessioni con le abilità di guidare un’organizzazione (qualunque sia la sua natura e dimensione) e leggendo il libro se ne ha conferma attraverso la precisa descrizione di metodi, dinamiche ed esperienze di vita aziendale vissute in prima persona.

Il viaggio verso il “buon management” che racconta Fuggetta si sviluppa attraverso 52 brevi riflessioni da poter assumere alla stregua di piccole pillole settimanali per allenarsi a trasformare le aziende in realtà mature e robuste e a costruire imprese data driven, in grado di sopravvivere nel mercato attuale e di rinnovarsi continuamente per rimanere competitive.

Sapere tradizionale, soft-skill e competenze sempre più specializzate costituiscono quel mix di “attributi” indispensabile per i professionisti di oggi e di domani alle prese con la ricerca dell’equilibrio perfetto fra risultati da raggiungere e processi da rendere più agili, la necessità di un apprendimento continuo e l’imperativo di un approccio evoluto alla gestione dell’organizzazione, fondato sull’attenzione al benessere e alla crescita delle persone.

Ed è proprio in quest’ottica che il contributo derivante dal connubio fra la mentalità creativa alla base dell’innovazione e il pragmatismo delle discipline del management può generare (nuove) e preziose prospettive.

Fonte: Il Sole 24 Ore