Crisi di governo in Estonia, si dimette il premier Ratas

Crisi di governo in piena emergenza Covid in Estonia. Il premier Juri Ratas ha dato nella prima mattinata di mercoledì 13 gennaio le sue dimissioni, dopo essere stato sfiorato da uno scandalo a proposito di un prestito a un’iniziativa edilizia a Tallin su cui è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura della capitale che coinvolge il segretario del suo partito.

«La decisione della Procura – ha spiegato Ratas – non significa ancora che qualcuno sia colpevole, ma inevitabilmente getta un’ombra su tutte le parti coinvolte. In questa situazione, l’unica cosa da fare sembra essere quella di dare, attraverso le mie dimissioni, la possibilità di far emergere tutte le circostanze e ottenere chiarezza». Le dimissioni del premier comportano la caduta dell’intero governo, che è espressione del Partito di centro, dell’Ekre (populisti di destra) e dell’Isaama (cristiano sociali, conservatori). Sembrano in ogni caso improbabili nuove elezioni.

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Ratas non è direttamente coinvolto nell’inchiesta, che riguarda una serie di tangenti versate in relazione a un prestito da 39 milioni concesso alla Porto Franco dall’agenzia governativa KredEx nell’ambito delle misure anticovid e già oggetto di controversie politiche perché versate a un progetto non ancora concluso, e quindi escluso da questi aiuti.

Le indagini puntano su un consulente del ministero delle Finanze, sul segretario generale del Partito di Centro, il movimento politico di cui Ratas è presidente, Mihhail Korb (che si è dimesso dall’incarico) e sull’uomo d’affari Hillar Teder, uno dei più ricchi del Paese, proprietario della Arricano Real Estate. Altri indagati non sarebbero personaggi pubblici. Il sindaco di Tallin sarebbe stato interrogato.

«Anche se mi assumo la responsabilità politica – ha aggiunto Ratas – posso dire con assoluta tranquillità, in quanto primo ministro, di non aver compiuto consapevolmente alcuna azione sbagliata o illecita». Il primo ministro ha spiegato che la procura «non ha sospetti» su di lui al momento. «Come capo del governo, non ritengo inoltre che ministri o partiti politici abbiano tentato di influenzare le decisioni prese dall’Esecutivo in una direzione illecita».

Fonte: Il Sole 24 Ore