Dacia Duster, abbiamo provato la nuova generazione. Ecco cosa offre, come va e quanto costa

Capostipite della prossima generazione della famiglia Dacia, la nuova Duster si ricollega alla precedente solo con due parametri: la funzionalità e il listino rispettoso dell’equo rapporto fra costi e contenuti. Una formula che in casa Dacia non significa assenza di dotazioni ma, al contrario, presenza di ciò che i tempi impongono sia presente su un’automobile. Da qui in poi, la terza serie della Duster si stacca totalmente dalla precedente grazie al design e all’upgrade generale che alza l’asticella della sostenibilità, della digitalizzazione e della sicurezza. Ingredienti che la Dacia utilizzerà per la trasformazione della sua line up, che in gran parte sarà composta da suv.

Dacia Duster, architettura nuova, motori ibridi e Gpl e anche trazione integrale

La nuova Duster condivide piattaforma e alcuni motori ibridi con le Renault Clio e Captur. Infatti, si basa sull’architettura Cmf-B che permette di adottare sia il già noto ecologico tre cilindri della Eco-G 100 da 1 litro con 100 cavalli a doppia alimentazione benzina/Gpl sia il tre cilindri di 1,2 litri turbo con 130 cavalli della Tce 130 con tecnologia mild-hybrid a 48 V abbinato al cambio manuale a sei marce, nonché il powertrain full-hybrid con 140 cavalli della Hybrid 140. Il sistema è formato da un motore a benzina a quattro cilindri di 1,6 litri sovralimentato, da due motori elettrici e da un cambio automatico elettrificato a sei rapporti, quattro dei quali sono riservati al motore termico e due a quelli elettrici. Il sistema consente a questa Duster di muoversi anche solo con la trazione elettrica per qualche chilometro. A proposito di trazione la Duster Tce 130 offre la possibilità di optare per quella integrale anziché per quella anteriore. Il sistema è nuovo e proviene dalla banca d’organi dell’alleata Nissan e include sia il dispositivo per il controllo della velocità in discesa sia il Terrain Control con cinque configurazioni vettura: Eco, Auto, Neve, Fango/Sabbia e Off-Road. L’evoluzione della Duster coinvolge anche il capitolo Adas che adesso comprende la frenata automatica con riconoscimento di veicoli, pedoni, ciclisti e moto, l’alert per l’eccesso di velocità, il monitoraggio dell’attenzione del conducente, l’avviso di superamento delle linee di carreggiata e il dispositivo per il mantenimento della corsia.

Dacia Duster, ha un aspetto autorevole

A livello di dimensioni la nuova Duster non si stacca granché dalla precedente, anche se al primo colpo d’occhio sembra più grossa. Infatti, è lunga 4,34 metri, larga 1,81 metri, alta 1,66 metri e ha un passo di 2,66 metri. La linea si basa su canoni stilistici nuovi per la Dacia ed è disegnata da tratti tesi raccordati armoniosamente che conferiscono alla Duster 3 un aspetto autorevole, un frontale alto e squadrato, un powerdome che sormonta il cofano e parafanghi posteriori muscolosi che, tutti assieme, conferiscono all’aspetto le giuste connotazioni di stampo suv. L’outfit ispirato a quello del suv Bigster, che nel 2025 lancerà la Dacia nel settore dei suv di taglia media, integra numerose componenti in Starkle. Un materiale che contiene fino al 20% di plastica riciclata e contribuisce assieme all’assenza di cromature a fare virare la Duster anche con la carrozzeria nei territori della sostenibilità.

Dacia Duster, dentro è accogliente, funzionale e digitalizzata

L’interno è spazioso a dispetto che il passo della nuova Duster sia inferiore di 1 centimetro rispetto a quello della precedente grazie al corretto intreccio fra il design esterno e interno e all’equilibrio delle proporzioni portato in dote dal pianale Cmf-B. L’ambiente è reso piacevole da abbinamenti cromatici che valorizzano l’aspetto dei rivestimenti plastici, in realtà piuttosto rigidi, e funzionale. Fattore a cui si rivolgono molte soluzioni: dall’ergonomia che mette a portata di mano e di occhi i comandi alla tappezzeria robuste e lavabile di alcune versioni sino agli attacchi YouClip disseminati nell’ambiente. A questi elementi si possono attaccare con adeguate interfacce ganci vari accessori. Per esempio, supporti per smartphone e tablet e, persino, piastre per la ricarica wireless per le versioni che non le hanno di serie e lampade per il bagagliaio. Sulla nuova Duster salgono a bordo anche tante prese Usb-C, un cluster configurabile da 7” a partire dal secondo livello di allestimento e diversi livelli di connettività e di infotainment con display centrale che secondo il sistema arriva a 10,1”. Il più sofisticato aggiunge alla ricarica wireless per Apple Carplay e Android Auto anche la navigazione connessa e consente gli aggiornamenti vettura da remoto. L’interfaccia grafica di questo sistema è chiara e include anche la videata per il fuoristrada che mostra angoli di inclinazione e beccheggio, oltre che la ripartizione della motricità sui due assali per le versioni a trazione integrale. Queste ultime offrono anch’esse un bagagliaio ampio, poiché la capacità che spazia da 520 a 1.635 litri non è elevata in rapporto alle dimensioni della vettura e nemmeno lontana da quella delle versioni a due ruote motrici, che va da 590 a 1.696 litri.

Dacia Duster, al volante della Tce 130

Prima Dacia con un motore con tecnologia a 48 V, la Tce 130 su strada mostra bene il nuovo capitolo scritto dalla Duster grazie al dinamismo equilibrato e affidabile, alla maneggevolezza e al temperamento che spostano più in alto la gradevolezza e l’istintività della guida già, universalmente, riconosciute della serie precedente. Il nuovo quattro cilindri mild-hybrid con 130 cavalli e 230 Nm di coppia risponde sempre in maniera adeguata alle sollecitazioni dell’acceleratore e, all’occorrenza, sfodera anche un carattere vivace. La sua erogazione lineare è accompagnata dall’assenza di vibrazioni e da una tonalità sempre sommessa, che assieme al buon lavoro delle sospensioni sullo sconnesso contribuisce a determinare un confort di buon livello. Questa Duster capace di arrivare a 180 all’ora e al traguardo dei 100 orari in 9”9 al termine della prova, in larga percentuale effettuata sulle sinuose strade dell’entroterra andaluso e un lungo tratto semi-fuoristradistico, ha fatto registrare una percorrenza media vicina ai 16 chilometri con un litro, contro quella dichiarata di 18 chilometri con un litro.

Fonte: Il Sole 24 Ore