Dal meteo avverso in Brasile alla crisi del Mar Rosso, ecco perché la tazzina del caffè ormai sfiora 1,40 euro e può aumentare ancora

Le avverse condizioni meteo in Brasile ma anche il cambio euro-dollaro potrebbero pesare, e non poco, sui consumatori di caffè italiani. Infatti di rincaro in rincaro, tra crisi della produzione e costi di trasporto sempre più proibitivi per la materia prima, la tazzina del caffè che i connazionali mandano giù al bar diventa sempre più salata. Ormai sono poche le città dove per il rito quotidiano di inizio giornata si paga meno di 1 euro. E in media ormai il prezzo è arrivato ad 1,20 euro secondo gli ultimi dati del Mimit rielaborati da Assoutenti.

La “tempesta perfetta”

Ma gli importatori e i torrefattori lanciano un ulteriore allarme: sui prezzi si sta scatenando la “tempesta perfetta”. Dunque ulteriori rincari all’orizzonte e per arrivare a 2 euro a tazzina ormai la strada da percorrere è davvero poca. Altoga, l’associazione nazionale torrefattori, importatori di Caffè e grossisti alimentari aderente a Federgrossisti-Confcommercio, spiega che negli ultimi 6 mesi le quotazioni di borsa del caffè Robusta sono praticamente raddoppiate: hanno registrato un rialzo di oltre il 90% (da 2.200 a 4.195 dollari la tonnellata), e quelle della varietà Arabica del 55% (da 155,25 a 239,85 centesimi alla libbra).

Le cause

Ma perché questa impennata? Ad incidere una forte contrazione dell’offerta da parte del Vietnam, le avverse condizioni metereologiche in Brasile, lo sfavorevole tasso di cambio per il rafforzamento del dollaro sull’euro, che ha inciso sul costo del caffè fino a un +4% negli ultimi mesi ed infine la necessità di evitare il passaggio nel Mar Rosso con conseguente aumento di tempi e costi di percorrenza. Fattori che, complessivamente, incidono sui costi di importazione del caffè fino al 50% in più rispetto a sei mesi fa. E qual è l’effetto sul “signor Mario” che la mattina passa al bar a prendere il suo caffè? Il caffè espresso ha già subito continui aumenti dei listini negli ultimi anni, – calcola Assoutenti – al punto che oggi il prezzo medio registrato ufficialmente dal Mimit di una tazzina consumata al bar si attesta a 1,18 euro nelle principali città italiane. Solo tre anni fa, nel 2021, il costo medio dell’espresso era di 1,03 euro: questo significa che gli italiani hanno già subito un aumento del 14,9%.

Dove costa di più

Tra le principali città, Bolzano è quella che detiene il primato del caro-caffè al bar, con un prezzo medio di 1,38 euro a tazzina, seguita da Trento (1,31 euro) mentre Catanzaro, con una media di 0,99 euro, risulta la città più economica, superando così anche Napoli (1,05 euro). – analizza Assoutenti – Se però si confrontano i listini odierni con quelli in vigore nel 2021, si scopre che la provincia che ha subito i rincari maggiori è Pescara, con il prezzo medio che sale da 1 euro a 1,28 euro e un aumento del +28%, seguita da Bari col +24,4%. «Temiamo che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare nelle prossime settimane a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar (caffè, cappuccino, ecc.) sia per il caffè in polvere venduto nei supermercati. – afferma il presidente Gabriele Melluso – Anche pochi centesimi di aumento determinerebbero una stangata sulle tasche dei consumatori, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno per un giro d’affari dell’espresso pari a circa 7 miliardi di euro annui».

Fonte: Il Sole 24 Ore