Dal Milleproroghe alla riduzione delle aliquote Irpef, occhi puntati sul Cdm di fine anno

Ora che la “pratica manovra” si accinge a essere archiviata con il voto definitivo della Camera su un provvedimento sostanzialmente “blindato”, atteso per venerdì 29 dicembre, l’attenzione si sposta tutta sulla prossima riunione del Consiglio dei ministri, l’ultima di quest’anno: giovedì 28. Sul tavolo del governo dovrebbero arrivare provvedimenti “di sostanza”: dal Milleproroghe, il tradizionale decreto di fine anno che allunga i tempi per norme e versamenti fiscali a quattro decreti attuativi della delega fiscale, a cominciare da quello, particolarmente atteso e rinviato in occasione dell’ultima riunione dell’esecutivo, che riduce a tre le aliquote Irpef.

Il cantiere Milleproroghe

Quest’anno l’appeal del Milleproroghe è, se possibile, ancora maggiore. Il lavoro su questo provvedimento prende infatti le mosse da quello che, anche per questioni di budget, è rimasto fuori dalla manovra. A partire dal dossier, economicamente e politicamente più “caldo”, del Superbonus . Nonostante il ministero dell’Economia continui a porre l’accento sulla necessità di individuare le coperture, la sensazione è che la partita non sia ancora chiusa. A riaprire i giochi durante i lavori sulla legge di bilancio in Senato è stata la proposta di un Sal straordinario senza proroghe né oneri. Ma al Ministero dell’economia prima di qualunque mossa si attendono le ultime proiezioni sui costi dell’incentivo, che a novembre aveva già sfondato i 96 miliardi. Il ministro Giancarlo Giorgetti è stato chiaro: la decisione è strettamente connessa alla questione della tenuta dei conti pubblici. Ha poi ricordato che ogni mese di proroga costa 4,5 miliardi. Ma nel centrodestra Forza Italia rimane in pressing a tutto campo. Tra le ipotesi che circolano quella che una soluzione sul Superbonus potrebbe essere inserita non nel Milleproroghe, ma in un decreto ad hoc che – se prendesse forma e sostanza – approderebbe anch’esso al cdm del 28.

Il nodo pensionistico della soglia di vecchiaia per i medici a 72 anni

C’è il destino del Superbonus in ballo, ma non solo. Altri due dossier potrebbero essere affrontati nel contesto del Milleproroghe, Il primo riguarda le pensioni. Sul tavolo c’è ancora l’ipotesi, spuntata durante le correzioni alla manovra in Senato ma su cui poi il governo ha fatto dietrofront, di alzare ulteriormente la soglia di vecchiaia per i medici, portandola a 72 anni (dai 70 previsti in legge di bilancio).

… e quello della proroga dello smart working nel pubblico

Un’altra questione che potrebbe essere affrontata nel tradizionale provvedimento di fine anno è quella smart working: con il decreto anticipi il lavoro agile è stato prorogato, fino al 31 marzo, ma solo nel settore privato, sia per i fragili che per i genitori di under14. Resta invece il nodo del pubblico, dove lo smart working attualmente è consentito (fino al 31 dicembre) solo ai lavoratori fragili: ma si tratta di un intervento oneroso e appare al momento difficile.

La riduzione delle aliquote Irpef

Fin qui le attese sul Milleproroghe. Ma nell’ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri della settimana prossima dovrebbero rientrare anche quattro decreti attuativi della riforma fiscale. È previsto innanzitutto, per l’esame definitivo, il dlgs sui tre scaglioni Irpef. In particolare, per il solo 2024 le aliquote passano da quattro a tre con il primo scaglione con prelievo del 23% esteso fino a 28mila euro. Sempre per il 2024 viene innalzata da 1.880 a 1.955 euro la detrazione per lavoro dipendente che allinea la no tax area a 8.500 euro come i titolari di reddito di pensione. E con una conseguente rimodulazione del calcolo del trattamento integrativo per i redditi fino a 28mila euro (l’ex bonus Renzi) per evitare che l’innalzamento della no tax area possa determinare la perdita del beneficio. Si lavora inoltre per portare sul tavolo del Consiglio dei ministri del 28 dicembre anche altri tre decreti attuativi, relativi all’adempimento collaborativo, al contenzioso e allo Statuto del contribuente. Insomma, l’ultimo scampolo dell’anno potrebbe portarsi dietro soluzioni che avranno un impatto diretto sul quotidiano di cittadini e contribuenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore