Dal Sole 24 Ore un’intera Guida al nuovo test di Medicina

Non c’è pace per i test d’ingresso a Medicina. Gli aspiranti camici bianchi devono fare i conti con la terza versione diversa delle prove d’ingresso in tre anni. Se il 2022 era stato l’ultimo anno del vecchio concorso nazionale cartaceo e in una data unica, che tante polemiche e ricorsi aveva generato, il 2023 ha visto il debutto dei Tolc-Med online gestiti dal consorzio Cisia e articolati in due finestre temporali (dal 13 al 22 aprile e dal 15 al 25 luglio) che non sono stati da meno. Essendo finiti anch’essi nell’occhio del ciclone per una serie di contestazioni che, sebbene inferiori di numero rispetto al passato, hanno comunque determinato una serie di strascichi giudiziari ancora in corso. Da qui la scelta della ministra Anna Maria Bernini di riportare indietro le lancette di 12 mesi e ritornare a una versione dei quiz molto simile a quella di due anni fa. Tranne che per lo svolgimento in due giorni (28 maggio e 30 luglio) e l’utilizzo di una banca dati aperta con 7mila quesiti (3.500 per la prima sessione e 3.500 per la seconda) che arriverà più avanti.

Un problema in meno

Altro ritorno al passato: la scelta di fare partecipare solo gli studenti di quinta superiore e i diplomati. Mentre l’anno scorso erano state aperte le porte anche a quelli di quarta. E proprio i cosiddetti “quartini” (specie quelli che hanno avuto un punteggio così alto da garantirsi l’accesso una volta superata la maturità) hanno spinto al maggioranza a varare a un intervento d’urgenza che evitasse l’ennesima categoria di “esodati”. Con un emendamento al decreto Pnrr è stata introdotta una sanatoria che si sostanzierà a settembre quando ci sarà la graduatoria di quest’anno.

La Guida del Sole 24 Ore

Per aiutare sia chi dovrà ripetere il test sia chi ci si cimenterà per la prima volta, Il Sole 24 ore anche quest’anno dedica un’intera Guida all’accesso a Medicina. E lo fa buttando nel frattempo un occhio alla riforma già in cantiere per il 2025. Nella speranza che porti con sé l’agognata stabilità che la formazione dei giovani richiederebbe di suo. Figuriamoci se destinati a prendersi cura di una popolazione sempre più anziana come la nostra.

Fonte: Il Sole 24 Ore