Dolomiti Paganella, fra boschi magici e sagre storiche, il turista diventa ospite

Quando si arriva su questo altopiano che sovrasta la valle dell’Adige e si specchia nello scenario suggestivo delle cime aguzze del Gruppo del Brenta, salendo da Mezzocorona oppure dall’estremità superiore del lago di Garda, si apprezza immediatamente la bellezza del paesaggio e la cura del territorio. È però difficile, anzi impossibile, percepire quanto il concetto più profondo di ospitalità sia per questi luoghi il “nuovo” motore di un turismo che vuole cambiare pelle, abbattere i confini della stagionalità azzerando (o quasi) il rischio legato al fenomeno dell’overtourism, e incontrare le esigenze del viaggiatore post pandemia, più attento e più alla ricerca di esperienze autentiche e legate al buon vivere. I piccoli centri che formano l’ecosistema Dolomiti Paganella hanno peculiarità diverse ma, da due anni a questa parte, un obiettivo comune: essere per i visitatori una destinazione che travalica il concetto della vacanza di massa con l’ambizione di essere un luogo dove le relazioni – e quindi le persone – diventano assolute protagoniste.

Un laboratorio partecipativo

FutureLab è un progetto, lanciato il 29 ottobre del 2019 e unico in Italia nel suo genere, che vuole approfondire il rapporto dei residenti con il territorio e il rapporto fra il territorio e i turisti. Una piattaforma partecipativa e in continua evoluzione, la definisce Luca D’Angelo, presidente di Apt Paganella, aperta a tutta la comunità e costruita con tutti gli esponenti della comunità: giovani e meno giovani, ristoratori e negozianti, associazioni, operatori del turismo e semplici cittadini. Senza dimenticare i destinatari finali di questa iniziativa, e cioè i viaggiatori che decidono di salire sull’Altopiano per trascorrere una vacanza, un weekend o anche una sola giornata per fare “forest bathing” e “forest therapy” nei boschi fatati del Parco del Respiro di Fai della Paganella, passeggiare e pedalare immersi nella natura lungo le rive del lago di Molveno e di quello di Nebbia, solcare i sentieri che portano nelle vallate e sulle cime del Parco Naturale dell’Adamello Brenta o sciare nel piccolo ma ben attrezzato comprensorio di Andalo.

Vivere il turismo in equilibrio

Uno dei pilastri del progetto, unitamente allo studio e alla valorizzazione dell’identità della destinazione, è per l’appunto la ricerca di un modello di sviluppo turistico di lungo periodo, bilanciato e in equilibrio con un luogo abitato da meno di 10mila abitanti residenti e capace di arrivare (prima della pandemia) a circa un milione di presenze turistiche all’anno. Si può fare hospitality in modo integrato e coerente con le virtù del territorio, evitando il rischio del cliente mordi e fuggi e privilegiando invece il concetto di vacanza slow? La risposta (naturalmente affermativa) di FutureLab passa per un semplice termine: valori. Valori che vogliono trasformare il cliente in ospite e che riscoprono le antiche “Carte di Regola” (con la nuova Carta dei Valori) per proporre alla comunità locale e ai “forestieri” una serie di consuetudini non scritte, fondate sulla condivisione di una conoscenza e di un’accoglienza che riflette vecchie tradizioni (vedi le sagre che animano l’estate e il periodo autunnale, come quella, imperdibile e coinvolgente, della Ciuiga a San Lorenzo Dorsino) e che si specchia in modelli innovativi di studio e analisi dei flussi turistici.

I progetti in cantiere

Qualità prima di quantità, dicono coloro che hanno dato vita al FutureLab, convinti che la ricerca dell’esperienza dell’ospite sia più importante del numero degli arrivi e che la valorizzazione del territorio vada perseguita 365 giorni l’anno, estendendo con infrastrutture e proposte dedicate la stagione turistica oltre i periodi clou (estate e inverno) e costruendo una relazione con i turisti senza ridurre la loro presenza a una mera transazione economica. Dalla Carta dei Valori sono nati quindi diversi progetti (dieci) che puntano a fornire una risposta sistemica e sinergica all’impatto del turismo. Una bottiglia con un particolare design invoglierà, per esempio, visitatori e residenti a bere l’acqua del rubinetto, un gruppo di volontari si occuperà della raccolta rifiuti nelle aree naturali e un sistema di monitoraggio sviluppato ad hoc controllerà lo spreco alimentare.

Mobilità green e tecnologie per studiare i flussi turistici

Sul fronte della mobilità, invece, gli ospiti verranno incentivati (con appositi bonus) a lasciare le loro auto nei garage delle strutture ricettive per supportare l’idea di una destinazione senza traffico a cui contribuiranno un nuovo sistema di spostamento con i mezzi pubblici e un’app grazie alla quale ogni membro della comunità potrà offrire e trovare “passaggi” tra i vari luoghi dell’area. E ancora. Una “card” permetterà di accedere a una serie di servizi e a destinare una parte della tassa di soggiorno ai progetti ritenuti più interessanti. Una piattaforma tecnologica traccerà i dati dell’esperienza di soggiorno dei turisti per anticipare i loro bisogni futuri attraverso una mappatura intelligente delle loro attività. Creare un modello di sviluppo (turistico) sostenibile: questo, in estrema sintesi, il compito che si è dato il FutureLab per trasformare l’Altopiano della Paganella da destinazione a valore fra presente e futuro. Con le persone al centro.

Fonte: Il Sole 24 Ore