Ecco gli anti AirPods di Apple: costano 99 euro, li ha creati il co-fondatore di OnePlus

Qualcuno l’ha definita una delle più interessanti startup dell’universo tech consumer internazionale. E probabilmente ci ha visto giusto. Nothing è un’azienda, con sede a Londra, che nasce con l’idea di avvicinare ulteriormente la tecnologia alle persone in modo intuitivo e intelligente. Partendo dal ripensare tutto, dalla fattura dei prodotti a come questi si utilizzano, e guardando a un futuro digitale senza soluzione di continuità. Quando Carl Pei, già fondatore di OnePlus, ha dato vita alla società, l’ottobre scorso, non era chiaro quale fosse la missione della sua nuova creatura, se non quello di voler rompere equilibri consolidati. Nell’arco di pochi mesi, da novembre a gennaio, Nothing ha saputo raccogliere 22 milioni di dollari di finanziamenti fra seed e round Series A aprendo per porte della società a investitori del calibro di Tony Fadell (l’inventore dell’iPod e co-founder di Nest), Kevin Lin (co founder di Twitch) e Steve Huffman (co-founder e Ceo di Reddit) e a nomi forti dell’ecosistema Silicon Valley come GV, ex Google Venture.

Active noise cancelling e connettività true wireless

Il botto a cui Nothing lavora da mesi si chiama Ear (1) e le indiscrezioni apparse online un po’ ovunque nelle scorse settimane avevano già svelato il profilo di questi auricolari. Oggi sono stati ufficialmente presentati e il plus che balza immediatamente all’occhio è essenzialmente uno, il prezzo, fissato in 99 euro per l’Europa (nel Regno Unito saranno venduti a 99 sterline e in Nord America a 99 dollari) con ordini aperti a partire da metà agosto sul sito nothing.tech e presso alcuni rivenditori selezionati. Sotto il profilo tecnico, invece, i punti di eccellenza sono sostanzialmente due: la cancellazione attiva del rumore e la connettività true wireless. La prima, grazie ai tre microfoni ad alta definizione incorporati in ogni auricolare, raggiunge il limite dei -40dB e sfrutta l’isolamento acustico del design in-ear. Gli auricolari si collegano alla sorgente audio tramite Bluetooth 5.2 e per la trasmissione del suono utilizzano i codec Sbc e Aac; un sensore di prossimità entra invece in azione per mettere automaticamente in pausa i contenuti multimediali quando le cuffie vengono rimosse e per riprendere l’ascolto quando sono indossate nuovamente.

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La custodia trasparente e la ricarica wireless

E poi c’è la chicca estetica, il marchio di fabbrica degli earbuds di Nothing: alle forme delicate e discrete si abbina infatti la trasparenza del materiale con il quale sono realizzati sia il case di ricarica (in cui è incluso tutto l’hardware, batteria compresa) che alcune sezioni degli auricolari stessi. Il tutto per dare un senso di futuristico a un gadget tecnologico molto personale e che fa dell’esperienza d’uso un tratto distintivo. Un esempio? Essendo compatibili con l’assistente vocale dello smartphone, permettono di rispondere alle chiamate senza dover distogliere lo sguardo da quello che si sta facendo, semplicemente impartendo un comando. Tramite l’app per Android (5.1 o superiore) e iOS (11 o superiore) è possibile quindi aggiornare il firmware, regolare l’equalizzatore e personalizzare le gesture touch, oltre a poter localizzare gli auricolari con una specifica funzione (Find my earbud). Tornando alla custodia, invece, non manca il vezzo di una piccola rientranza che permette agli utenti di usarla per gioco come una specie di “fidget spinner” mentre a livello funzionale spiccano la porta Usb Tipo-C e il supporto dello standard Qi per la ricarica wireless. La batteria, infine, è da 570mAh e promette un’autonomia di circa 6 ore (che diventano 37 compreso la dote di energia garantita dalla custodia) con la cancellazione del rumore non attivata e fino a 4 ore con sistema Anc attivo.

La concorrenza

Gli ear (1) sono dispositivi che costano molto meno della metà di prodotti di fascia premium con caratteristiche simili (gli AirPods di Apple, tanto per fare un esempio) e hanno già fatto breccia nelle strategie di vendita di retailer importanti, come la catena di grandi magazzini Selfridges a Londra. Belli e accessibili, insomma, perché è proprio questo l’intento di Nothing: entrare in un mercato che già vede battagliare illustri antagonisti – da Amazon con i suoi Echo Buds di seconda generazione con tecnologia Anc e costi a partire dai 120 dollari a Samsung con i Galaxy Buds passando per Sony, Google e ovviamente Apple – e conquistarlo attraverso un prodotto che vuole essere stimolante per l’utente. E non solo a colpi di caratteristiche e specifiche tecniche.

Fonte: Il Sole 24 Ore