Ecco perché vino e moda insieme possono far bene al made in Italy

Fino a un paio di decenni fa il mondo del vino e quello della moda apparivano molto distanti tra loro principalmente sotto alcuni aspetti; sicuramente le logiche di mercato, ad esempio il fatto che il vino fosse commercializzato a un prezzo medio molto basso, cosa che si rifletteva sulla percezione del prodotto talvolta indipendentemente dalla sua qualità intrinseca. E poi la potenza del marchio e, non ultimo, anche un aspetto culturale.

In realtà alcuni temi quali la stagionalità, l’eleganza, la potenziale unicità o la riconducibilità territoriale, sono elementi che li hanno avvicinati da sempre.Quelli del vino e della moda sono due mondi diversi che tuttavia, in questo momento, vivono un legame molto forte ricoprendo senza dubbio le vesti di principali ambasciatori del Made in Italy nel mondo.

L’incontro fra i due settori, oggi più che mai riconosciuto, sta seguendo un processo piuttosto veloce. In una prima fase i produttori si sono ispirati e hanno appreso molto dalla moda, principalmente intorno ad argomenti relativi al marketing e al come offrirsi in maniera vincente sul mercato mondiale.

In anni recenti sembra essere addirittura il mondo del vino ad anticipare e ispirare quello del fashion. Gli esempi attuali di brand di moda che si uniscono al comparto sono numerosi come Dolce&Gabbana – attraverso la scelta di legame con etichette siciliane come Donnafugata – ma anche aziende che producono direttamente come Ferragamo, Bulgari, Brunello Cucinelli, Renzo Rosso, Fendi e altri ancora.

Fra i marchi di moda importanti che investono nel mondo del vino in Italia spicca Calzedonia e non soltanto per Signorvino – fra i più importanti e diffusi “player” per la commercializzazione in Italia – ma anche per l’acquisizione di aziende agricole produttrici.Se guardiamo al di là dei nostri confini il discorso viaggia a una velocità ancora superiore.

Fonte: Il Sole 24 Ore