Esg, Italia poco attraente per i manager che sono all’estero

3) quattro volte tanto nel caso della sostenibilità sociale (in Italia 14,6% e all’estero 62,8%);

4) otto volte tanto riguardo a diversità, equità e inclusione in azienda (in Italia 8,6% e all’estero 71,4%).

Sostenibilità, parola d’ordine per chi sceglie un’azienda

Altro punto importante, il ruolo che la sostenibilità ha verso i clienti, ma ancor più verso i lavoratori e quindi in termini di competitività. Infatti, che la sostenibilità, quella sociale ancor più di quella ambientale, sia ormai oggi un aspetto vero e concreto della competitività di un paese, territorio e/o azienda è confermato dall’importanza che ha nell’influenzare l’eventuale cambio di azienda da parte dei manager intervistati.

In questo caso, per la maggioranza dei manager intervistati, nel caso dovessero cambiare azienda, conterebbero moltissimo o molto nell’ordine: benessere persone sul lavoro (80,9%); sostenibilità sociale (66,5%); diversità, equità e inclusione (49,2%); sostenibilità ambientale (35,8%).

«La sostenibilità – dice Mario Mantovani, presidente Manageritalia – è uno dei driver dello sviluppo futuro sia in termini di creazione di business ad essa direttamente collegati (vedi pannelli solari, auto elettriche e altro) sia di impatto sulla cultura e vita aziendale. In entrambi i casi la sostenibilità ha un forte impatto nei modelli di business e organizzativi che devono essere cambiati, innovati e/o costruiti ex novo guidati da questo must. In questo, è chiaro che i manager e la gestione manageriale delle aziende hanno un ruolo determinante per non subirla ma invece guidarla a vantaggio di tutti e del sistema Paese. Anche da qui nasce l’indagine fatta insieme a Kilpatrick guardando a questo tema con gli occhi di chi lavora però all’estero».

Fonte: Il Sole 24 Ore