Export di vino in ripresa nei primi mesi del 2024, ma i consumi non ripartono

Forte rimbalzo per l’export di vino nei primi due mesi dell’anno con particolare riferimento alle spedizioni extra Ue. Un ottima notizia per il vino italiano che aveva chiuso il 2023 invece con una flessione delle vendite all’estero (solo in tre anni negli ultimi 20 si è registrata una performance negativa). Tuttavia il dato anche se di ottimo auspicio non deve però suscitare trionfalismi: innanzitutto perché il primo bimestre è un arco temporale troppo ristretto per giungere a conclusioni. E in secondo luogo perché i dati sui consumi in Italia (che comunque assorbe ancora circa il 50% delle vendite di vino made in Itali) e negli Stati Uniti (primo sbocco estero) sono ancora all’insegna del ristagno.

E’ quanto emerge dall’ultima analisi effettuata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly che parla senza mezzi termini di un avvio di anno “in altalena” per il mercato del vino italiano, con le spedizioni in forte risalita nell’extra-Ue ma i consumi in ulteriore frenata, sia in Italia che negli Stati Uniti.

Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, infatti, l’export made in Italy verso i Paesi terzi nel primo bimestre di quest’anno mostra una crescita tendenziale a volume del 17% (+13% il valore), ben oltre la performance della Francia (+5% volume, -6% valore).

Un rimbalzo notevole, non solo sull’avvio del 2023 ma anche rispetto ai 5 anni precedenti, trainato in particolare da variazioni importanti di Uk (+22%), Giappone (+40%), Cina (+33%), Russia (+116%, complice l’ipotesi super-dazi) e con segni positivi anche per gli ordini del Nord America.

A stemperare gli entusiasmi – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – le cifre sui consumi che registrano segnali negativi nei 2 principali mercati. In Italia infatti, secondo Circana, nelle prime 11 settimane di quest’anno gli acquisti in Grande distribuzione e retail hanno segnato una contrazione tendenziale del 3% che bissa quella del pari periodo 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore