Fiere alla ricerca di nuove strategie

Si sarebbe dovuta tenere in questi giorni la 45ª edizione di Arte Fiera a Bologna, cancellata nei mesi scorsi a causa della pandemia. Sostituirla con una fiera digitale non era, secondo il direttore Simone Menegoi, un’alternativa valida, per cui dal 21 al 24 gennaio è online un progetto culturale digitale, che vuole essere un omaggio della fiera al suo pubblico. Si chiama Playlist ed è una proposta di contenuti interdisciplinari legati non solo all’arte, ma anche all’editoria, al cinema, con quattro film messi a disposizione della Cineteca di Bologna, talk. La parte più strettamente artistica include una selezione di opere della collezione del Mambo , scelte dall’artista Stefano Arienti, mentre la parte riservata alle gallerie è una vetrina digitale delle loro mostre in galleria. Alle gallerie non è stata richiesta una fee di partecipazione, anzi è stata loro restituita la caparra versata per il 2021. Oltre alle gallerie che hanno partecipato all’edizione 2020, ne sono state invitate altre tra cui Gio Marconi, Tucci Russo, Franco Noero, Raffaella Cortese, Zero, Massimo e Francesca Minini, Continua, Thomas Dane, Sant’Andrea De Scaphis . Agli utenti non è richiesta la registrazione sul sito.

Le alternative alle OVR

La proposta di Arte Fiera mette in luce quanto le online viewing rooms (Ovr) abbiano stancato sia i collezionisti che le gallerie, senza riuscire a dare i risultati sperati. L’opera d’arte va vissuta dal vivo, mentre il web può rappresentare la possibilità di approfondire con contenuti e approfondimenti. Anche la fiera americana EXPO Chicago ha ideato un progetto alternativo alla semplice viewing room: negli stessi giorni di Bologna, dal 21 al 23 gennaio, organizza un simposio sul clima, “Alternate Assembly: Environmental Impact in the Era of Pandemic”, con l’intervento di artisti, curatori e studiosi, tra cui Mika Rottenberg, Raqs Media Collecive, Oscar Tuazon, Carolina Caycedo. Inoltre, la fiera ha avviato una partnership con il museo di Malmö per includere nuove opere di artisti di Chicago e Detroit all’interno di una mostra intitolata “Sustainable Societies”, che aprirà alla fine del mese. Ad aprile, quando era in programma la versione fisica della fiera EXPO Chicago (rimandata a data da definire) si terrà, invece, una online viewing room sempre sul tema dell’ambiente (un tema che sarà al centro anche del Verbier Art Summit , anch’esso online, il 29-30 gennaio).

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Il ritorno alle fiere fisiche

Altre fiere, invece, tentano il ritorno alla presenza fisica utilizzando varie strategie. In questi giorni a Parigi (20-23 gennaio) si svolge la prima edizione nella capitale francese della fiera per l’arte contemporanea africana 1-54 grazie alla collaborazione con la casa d’aste Christie’s , che ospiterà una ventina di gallerie internazionali nella sua sede di Avenue Mantignon, garantendo accesso solamente ai possessori di Vip Card per ridurre i flussi. Tra queste l’italiana Luce Gallery , che presenta le opere di vari artisti tra cui Delphine Desane, in mostra anche in galleria a Torino dal 28 gennaio al 27 febbraio 2021. Desane, nata a Parigi, classe 1988, è un’artista emergente alla sua prima personale in assoluto; proviene dal mondo della moda, ma di recente ha deciso di ricominciare nell’arte. La galleria l’ha già presentata a 1-54 a Londra e in altre fiere online. Le opere quotano intorno agli 8.000 dollari. La fiera si svolgerà anche online su Artsy .

Nuove strategie

Altre fiere importanti che hanno confermato l’edizione 2021 in presenza fisica sono Art Dubai e Liste . La prima ha annunciato la partecipazione di 85 gallerie da 36 paesi dal 17 al 20 marzo, numeri che ora sembrano impossibili. Anche qui vengono proposti nuovi formati, forse anche per evitare gli assembramenti. Ci sarà, infatti, una nuova programmazione curata dagli artisti che partecipano alla fiera, con performance e eventi dal vivo in giro per la città, pensati per rompere gli schemi tradizionali d’incontro e promuovere un nuovo modo di interagire con l’artista, il processo artistico e il mondo che ci circonda. Anche Liste ha annunciato una novità: la prossima edizione a giugno si svolgerà in un padiglione della fiera di Basilea, quindi nelle immediate vicinanze di Art Basel . In questo modo la fiera può applicare le misure necessarie richieste dai protocolli sanitari e, allo stesso tempo, costituire un unicum con Art Basel, Design Miami e gli Swiss Art Awards . Un segno di solidarietà e volontà di collaborare tra i vari attori nel campo dell’arte contemporanea e del design a Basilea, a vantaggio dei visitatori, benché venga a mancare quell’aspetto di ricerca della sede storica della fiera, da sempre all’interno di un edificio industriale dismesso. Vista la situazione precaria, già è tanto se riescono veramente a fare la fiera.

A fine mese si svolge anche Brafa , la fiera cross-category di Bruxelles che quest’anno ha scelto di decentrare l’evento, chiedendo alle 126 gallerie partecipanti di allestire lo stand ciascuna nella propria galleria in 37 città in 13 paesi. Una strategia già utilizzata da CHART , la fiera dei paesi nordici lo scorso agosto e che ha funzionato grazie all’integrazione di incontri Zoom riservati ad un limitato numero di persone per compensare all’impossibilità di fare network di persona.
Finché non sarà possibile organizzare grandi eventi, le fiere devono cercare nuovi modi per reinventarsi. L’unica speranza di tornare al modello tradizionale è rappresentata dal vaccino, tanto che già c’è chi parla della possibilità di controllare l’accesso alle fiere attraverso sistemi informatici capaci di sapere con certezza se un futuro visitatore è stato vaccinato da qualche parte del mondo. Una sorta di passaporto, chiamato Vaccine Credentials Initiative, VCI, a cui sta lavorando una coalizione di compagnie leader nei settori tecnologico e sanitario. Per le fiere, un lasciapassare che sarebbe più autorevole della First Choice Vip Card.

Fonte: Il Sole 24 Ore