Finta pasta di Gragnano: quando la contraffazione è made in Italy

L’Italian sounding nel mondo ovale 100 miliardi di dollari e il nostro Paese cerca di combatterlo a tutte le latitudini. Peccato che,a volte, il finto made in Italy sia fatto in casa. La Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha sequestrato oltre due quintali di falsa pasta di Gragnano Igp in un pastificio aderente allo tesso Consorzio di tutela: l’azienda in questione acquistava la pasta a Boscoreale, nel Napoletano, per poi rivenderla col marchio Gragnano Igp dopo il confezionamento e l’etichettatura in sede.

Quella accertata dai finanzieri è una violazione del disciplinare emanato dal ministero dell’Agricoltura, il quale prevede che l’intero ciclo di produzione e confezionamento debba avvenire all’interno del territorio del Comune di Gragnano. Nel pastificio sono stati sequestrati oltre 400 pacchi già sistemati nelle confezioni natalizie pronte per la vendita, ed è stata anche trovata la documentazione che attestava l’ acquisto del prodotto già lavorato da pastifici esterni al territorio gragnanese. Nel corso del controllo è stata rilevata l’assenza delle tradizionali trafile in bronzo necessarie alla produzione di alcuni formati di pasta unitamente a molteplici e ingiustificate discordanze tra le schede di produzione rinvenute nei laboratori e i lotti di pasta stoccati nel magazzino aziendale. Le confezioni di pasta contraffatte sono state sottoposte a sequestro in attesa dei necessari accertamenti tecnici, al termine dei quali sarà valutata la possibilità di devolverle in beneficenza a favore di enti e strutture caritatevoli.

La nascita dell’Igp Pasta secca di Gragnano risale al 2013. Oggi nel comune campano si contano 23 pastifici con più di 300 dipendenti e il giro d’affari è di circa 300 milioni di euro. Il 40% della produzione viene esportato e rappresenta circa il 10% del totale dell’export di pasta italiana nel mondo.

Fonte: Il Sole 24 Ore