Foodtech, investiti 167 milioni in start up innovative nel 2023

Sono circa 340 le start up attive nel settore agritech e foodtech in Italia, un mercato che nel 2023 ha visto crescere del 10% gli investimenti: 167 milioni di euro contro i 152 milioni del 2022. Il trend – significativo anche perché in controtendenza rispetto all’andamento globale condizionato dal clima di incertezza geopolitica ed economica – è analizzato dal primo report sul settore in Italia elaborato dall’acceleratore d’impresa internazionale Eatable Adventures.

Le start up si concentrano principalmente nel segmento “Produzione e trasformazione alimentare” (36%), seguito da “Agritech” (22,3%), Restaurant tech&delivery” (22%) e “Retail&Distribuzione” (19,6%). Più nel dettaglio, il 43% del primo gruppo realizza nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre la parte più agricola progetta sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture. Il 66% sviluppa internamente le proprie tecnologie, senza avvalersi di collaborazione con terze parti: solo il 12% ha cooperato con le università, il 2% con poli tecnologici e il 13% con altre aziende esterne. «Ciò significa – nota il Report – che circa il 70% delle start up mostra un livello di sviluppo autonomo notevolmente elevato, evidenziando una solida maturità tecnologica».

L’intelligenza artificiale è utilizzata dal 43% delle start up interpellate; seguono il machine learning (37%) e le biotecnologie (32%). Per proteggere la proprietà intellettuale delle innovazioni, «elemento fondamentale per garantire la competitività sul mercato, oltre la metà delle start up implementa la registrazione di marchi nel proprio modello di business e il 40% possiede almeno un brevetto, mentre il 19% si affida al segreto commerciale».

Il Nord domina il panorama delle start up: circa un terzo (30,5%) ha sede in Lombardia, seguono Emilia-Romagna (11%), Piemonte, Veneto e Lazio (circa 10% per regione). Il 50% è nato tra il 2022 (25%) e il 2023 (23%). Il 69% delle aziende censite ha da uno a cinque dipendenti e si arriva a un massimo di 6-10 dipendenti per il 13%. L’età media è di 35,6 anni. Il 32% è stata fondata da una o più founder donne, «una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta solo al circa il 10% del totale, mentre quelle con team misti non superano il 16%», osservano gli autori del report.

«L’Italia si sta impegnando sempre di più per dare risposte innovative alle pressioni del cambiamento climatico, della crisi energetica e dell’approvvigionamento delle materie prime. L’obiettivo – dichiara José Luis Cabañero Ceo e founder di Eatable Adventures – è migliorare la competitività globale e mantenere il suo primato come eccellenza enogastronomica a livello mondiale. L’Italia mira a preservare e rafforzare la sua competitività ed è pronta ad abbracciare con determinazione l’innovazione per plasmare un futuro alimentare sostenibile, efficiente e dinamico».

Fonte: Il Sole 24 Ore