Fumata nera della Ue sulle biotecnologie in agricoltura

Fumata nera al Consiglio dei ministri Ue dell’agricoltura sul regolamento sulle piante ottenute da nuove tecniche di modifica del genoma: «Siamo molto vicini a un accordo, ma ancora non c’è la maggioranza», ha detto lunedì 11 dicembre il presidente di turno spagnolo del Consiglio dei ministri dell’agricoltura Luis Planas, invitando le delegazioni e la Commissione europea a fare uno sforzo per chiudere quanto prima il dossier superando le divisioni sui punti controversi. «Noi – ha dichiarato Planas – continueremo a lavorare affinché la presidenza belga, che comincia a gennaio, possa adottare delle conclusioni. La questione è urgente, se non cogliamo l’opportunità adesso, rischiamo di non avere un regolamento prima del 2025». Presto, infatti, scadrà la legislatura europea e il Parlamento di Strasburgo, così come uscirà dalle elezioni della prossima primavera, sul tema delle Tea rischia di dover ricominciare da zero.

Ad oggi, la normativa Ue equipara queste tecnologie agli Ogm, vietandone quindi l’uso negli Stati membri. L’Italia è tra i Paesi favorevoli all’introduzione delle nuove tecnologie genomiche in agricoltura, per aumentare la resistenza naturale delle piante ai cambiamenti climatici e ai parassiti. «Le piante ottenute da nuove tecniche genomiche – ha detto il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, nel corso del Consiglio Ue – sono uno strumento essenziale per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi in agricoltura e contribuire alla sicurezza alimentare e alla sovranità alimentare europea, che oggi consideriamo in pericolo. Le piante il cui Dna viene modificato con biotecnologie di ultima generazione sono totalmente differenti dagli Ogm, su cui confermiamo la nostra contrarietà».

Per la Confagricoltura di Massimiliano Giansanti, il mancato raggiungimento di un’intesa in seno al Consiglio Agricoltura Ue non è una buona notizia, ma ciò non significa che non sia ancora possibile raggiungere un accordo prima della fine della legislatura. «L’invito che rivolgiamo al Parlamento europeo e alla presidenza di turno belga, che sarà in carica dal 1° gennaio – ha detto Giansanti – è di mantenere il dossier delle tecniche genomiche in cima alla lista delle priorità, per evitare il rinvio delle decisioni alla fine dell’anno prossimo dopo le elezioni al Parlamento Ue e l’insediamento della nuova Commissione. Sarebbe difficile da comprendere un ritardo di quasi un anno per avviare la messa a disposizione delle imprese agricole di uno strumento innovativo, già utilizzato peraltro in alcuni dei grandi Paesi produttori nostri competitor, che consente di salvaguardare le produzioni, riducendo allo stesso tempo la pressione sulle risorse naturali». Anche per la Coldiretti, quella delle Tea è una occasione che l’Ue non può permettersi di perdere: «La nuova genetica green – ha detto il suo presidente, Ettore Prandini – punta a tutelare la biodiversità dell’agricoltura italiana e, al contempo, a migliorare l’efficienza del nostro modello produttivo attraverso varietà più resistenti, con meno bisogno di agrofarmaci ed acqua». ,

Fonte: Il Sole 24 Ore