Genova bella e superba tra il fasto dei Rolli e il genio di Escher

Il merito è stato di Andrea Doria che, da abile mercante e mercenario politico, brigò a tal punto da far passare Genova dall’orbita della Francia a quella degli Asburgo. Fu grazie a questa mossa commerciale assai astuta, se il capoluogo ligure visse un autentico Secolo d’Oro che sul piano artistico in realtà si è protratto sino a oggi. Quei Palazzi che le più ricche famiglie aristocratiche votarono all’accoglienza di illustri ospiti, attraverso appunto l’iscrizione negli appositi registri chiamati Rolli, hanno conservato lo splendore nelle proprie facciate e interni che attirarono re, principi, ambasciatori, invitati dalla Repubblica (palazzideirolli.it). Pieter Paul Rubens ne fu così colpito da riempire un libro con gli schizzi di questi sontuosi palazzi.

L’Unesco li ha inseriti con merito nel Patrimonio dell’Umanità: i Pallavicino, gli Spinola, i Grimaldi, i Lomellina furono davvero generosi nell’arricchire le loro dimore di capolavori pittorici, arredi barocchi strabilianti, innescando una tenzone estetica infinita, come si evince dalla visita dei Musei di Strada Nuova, della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria, al Museo di Palazzo Reale. Nel prossimo autunno, esattamente 400 anni dopo la pubblicazione ad Anversa del libro di Rubens, Palazzo Ducale (adesso il protagonista è Maurits Cornelis Escher) ospiterà proprio una grande mostra che vedrà sbarcare anche il ritratto di Violante Maria Spinola Serra. Intanto a Palazzo Grillo si può provare l’esperienza di soggiornare nei Rolli (hotelpalazzogrillo.it).

Gaetano Pesce open air e Marino Marini a Nervi

Nell’attesa di questo ritorno, ci sono altri geni da celebrare. A cominciare dallo spezzino-newyorkese Gaetano Pesce, le cui sculture si trovano davvero a loro agio, open air, tra Piazza Fontane Marose, Piazza Matteotti, e Piazza De Ferrari all’interno del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce. I colori, le forme, le materie hanno sempre sbizzarrito l’istrionica creatività di Pesce che non ha mai smesso di giocare con luoghi classici per dimostrare come passato presente possano dare vita a struggenti, conturbanti incontri. Anche i cavalieri e i cavalli di Marino Marini hanno sempre prediletto la libertà plastica e danno l’idea fervida dell’irriverenza, come si evince alla Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi che ha riaperto con un’ antologica davvero esaustiva dello scultore toscano sempre teso alla ricerca di nuovi territori espressivi (museidigenova.it).

I carruggi, le rabbiche di cioccolato e le tripperie

I tradizionali vicoli dei caruggi stretti, umidi, fané fanno drizzare le orecchie per sentire se da qualche casa, magari da dietro i panni stesi ad asciugare giungono le canzoni di Bruno Lauzi, Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, e anche l’occhio è vigile, pronto ad acchiappare qualche scorcio di mare. Perdersi in questo gomitolo di vicoli e gatti è piacevole e poi c’è sempre la sorpresa di imbattersi nelle Botteghe Storiche della città, come la pasticceria liquorerie Marescotti di Cavo ospitata nella duecentesca Loggia Gattilusio, oppure la Fabbrica di cioccolato Romeo Viganotti che venne fondata addirittura nel 1866 e dove bisogna assolutamente assaggiare le scorzette di arancia. E come rinunciare all’esperienza di gustare il piatto tipico, preso direttamente dagli antichi, enormi pentoloni di rame, della Tripperia Casana dove anche chi non ama questo piatto, é deliziato dalle maioliche alle pareti e dal soffitto a volta. Ci si sente davvero marinai, inoltre, acquistando i capi di abbigliamento a essi ispirati che da una secolo vendono all’emporio Lucarda sotto i portici medioevali di Ripa Maris (botteghestorichegenova.it/).

Il Porto antico reso contemporaneo da Renzo Piano

Del resto non bisogna mai dimenticare che questa è una città di acqua. Il profumo del Mar Ligure è intenso, la sagoma del Porto Antico si incunea festosa tra i palazzi. Il faro della Lanterna non ha mai smesso di rincuorare anche la gente di terra. Dopo il restyling firmato dal genovese Renzo Piano quando furono celebrati i cinquecento anni dalla scoperta dell’America, qui si respira nuovamente un’atmosfera internazionale: ai Magazzini del Cotone si tengono convegni, col Bigo ispirato alle antiche gru da carico azionate a mano si sale più in alto a vedere il panorama, dentro la Biosfera si fa un viaggio sino ai Tropici e poi al Galata Museo del Mare i bambini possono imparare, divertendosi, la storia di questa città conquistatrice di spazi liquidi (galatamuseodelmare.it). Anche la Sale Paganiane nei Musei di Strada Nuova vanno viste per farsi incantare dalle vicende del violino Cannone, per poi penetrare nella scenografia botanica di Villa Durazzo Pallavicini dove la bellezza degli interni si è sposata, senza mai più divorziare, con la purezza delle piante (visitgenoa.it).

Fonte: Il Sole 24 Ore