I Settecolori ritrovati “Sulle tracce di Kim”

Per François Mitterand “L’umanità si divide in due campi. Quelli che hanno letto I due stendardi e gli altri”. In Italia la prima categoria è penalizzata dalla mancata traduzione ma finalmente il libro di oltre mille pagine che ha ispirato il Truffaut del film L’uomo che amava le donne sarà in libreria grazie alla rinascita di Settecolori, piccola ma gloriosa casa editrice alla quale era venuta a mancare la spinta propulsiva dell’infaticabile fondatore, Pino Grillo. I due stendardi non sarà il primo titolo del nuovo catalogo.

Sulle tracce di Kim

Prima del Rebatet arriverà Sulle tracce di Kim, il diario di viaggio indiano in cui Peter Hopkirk rende omaggio al libro di Kipling che gli ha cambiato la vita mettendolo sulla pista del Grande Gioco, la guerra di spie tra russi e inglesi per il controllo dell’Asia, la versione esotica dei cavalli cosacchi che si abbeverano a San Pietro: un diario di viaggio e anche un testamento, ma in un’accezione vittoriana e avventurosa non italiana e notarile. Benché la sede legale di Settecolori – rinata sotto il segno di una partecipazione allargata a diversi soci – sia un prestigioso indirizzo medievale milanese, per andare alla fonte dell’operazione bisogna spostarsi sulla costa calabrese che ha stregato Giuseppe Berto, i dintorni di Capo Vaticano dove è nato Il male oscuro e dove lo scrittore veneto è sepolto sotto a una semplice lapide di legno, dove Maurits Hescher ha inciso i contorni di una costa gotica di chiaroscuri. Qui è nata Settecolori, sull’onda ribelle e romantica dei moti reggini, e qui è rinata grazie a Manuel Grillo, il figlio di Pino, scomparso ormai da diversi anni ma intorno al quale circola ancora energia sufficiente per un progetto del genere in tempi incerti come questi. Editore per passione Pino Grillo; editore per una questione di “onore” il figlio, laddove tra le tempeste di ieri e i vuoti d’aria di oggi la passione non basta nemmeno più per dedicarsi alla nobile causa dei libri.

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Manuel vive con la compagna svizzera, ha due figli, Pino e Magherita, e si dedica alla terra. Ha reintrodotto grani antichi, produce pane e pasta e manda avanti un agriturismo dove si mangiano davvero i prodotti coltivati intorno a casa. Ha passato il primo giorno dell’anno a cercare un pastore della Sila, un cane calabrese ancestrale che gli era scappato la notte del 31 dicembre, e lo ha ritrovato. Fortunatamente non si è dovuto citare il Flaubert di “mille esempi di cani smarriti, capaci di riconoscere il padrone anni e anni dopo”…Settecolori è rinata dopo una stagione sospesa in cui Manuel si è preso il tempo di capire cosa voleva fare dell’eredità spirituale paterna, ma si è preso anche il lusso di pubblicare qualche libro non da poco. Tra questi Fratelli separati. Drieu, Aragon, Malraux, di Maurizio Serra, ed Elogio della vanità, con prefazione dello scomparso Cesare de Michelis, un pamphlet semiserio di Berto sulla vanità necessaria e fisiologia e su quella dannosa che sconfina nel sottovuoto spinto, rifiutato da Rizzoli perché vi si faceva qualche nome di troppo (il manoscritto è stato ritrovato postumo nel Fondo Vigorelli): «…la vanità proprio spicciola e gratuita, quasi un passatempo, che volentieri chiamiamo fatuità, e della quale possiamo trovare esempi nelle incredibili cravatte d’angora viola dello scrittore Carlo Levi».

Stenio Solinas

Per non parlare del Pasolini “esibizionista” e “cialtrone di genio”. Tra titoli prossimi venturi Il questionario di Von Solomon, La fionda di Jünger, ma anche Baionette a Lhasa di Peter Fleming (fratello di Ian) e il ritratto che Victoria Ocampo dedica a Lawrence d’Arabia.. Vale la pena di parlare del vecchio catalogo dove Pino Grillo ha dato voce ad autori molto diversi come Armando Torno, Francesco Guccini, Giampiero Mughini, Massimo Cacciari in un volume polifonico sugli anni ’70: C’eravamo tanto a(r)mati, a cura di Maurizio Cabona e Stenio Solinas e non solo lì. Oltreché socio Solinas è direttore editoriale e figura fondamentale del passaggio di testimone tra la prima e la seconda fase.

Settecolori – prima stagione – ha pubblicato il suo Vagamondo, atlante delle cause perse e delle strade perse per il gusto di andare altrove; e nel volume collettaneo dedicato al ricordo di Pino Grillo, Era mio padre, è suo il ritratto più bello con la rievocazione di una esilarante cena romana degli anni di Piombo, tra teste spaccate e cuori infranti.

Fonte: Il Sole 24 Ore