Il Cfo taglia i costi di energia e sede. E strizza l’occhio allo smart working

Con l’aumento dei costi dell’energia e l’inflazione, e il timore dell’inizio di una fase recessiva, i Cfo stanno iniziando a valutare come tagliare i costi anche sulle sedi di lavoro. IWG, il gruppo di spazi di lavoro flessibili a cui fanno capo brand come Regus, Copernico, Spaces, Signature e HQ, ha sondato un campio di 250 manager per capire che cosa hanno in mente di fare. Il 91% teme che una nuova crisi economica sia alle porte e oltre un terzo (36%) prevede addirittura che si entri in recessione quest’anno. La prima conseguenza è che la quasi totalità ha iniziato a pianificare misure di contenimento dei costi.

Da dove si parte? Per esempio dalle strutture: i due terzi (65%) dei Cfo puntano a ridurle di oltre il 10% all’anno.Per risparmiare sui costi l’82% dei Cfo lo ritiene che il lavoro ibrido sia un modello conveniente. Del resto oltreoceano ormai il lavoro ibrido viene considerato anche un modo per risparmiare sui costi, sia energetici, sia degli spazi che sono stati utilizzati per molto tempo in maniera inefficiente. I Cfo intervistati confermano che la metà (50%) delle aziende ha già optato per locazioni a breve termine o spazi di lavoro condivisi, che offrono la flessibilità di aumentare o diminuire rapidamente il numero di postazioni di lavoro a seconda del budget, senza essere vincolati da lunghi contratti.

Ma quanto fa risparmiare il lavoro ibrido? In media circa 11.000 euro per dipendente, il che spiega perché due quinti (39%) dei CFO stanno considerando di passare a spazi esclusivamente condivisi. L’azienda riduce i costi ma anche il lavoratore risparmia: fino a 366 euro al mese se si sposta in treno e fino a 143 euro al mese se si sposta in macchina.

Fonte: Il Sole 24 Ore