Il futuro dell’auto elettrica giapponese in vetrina al mobility show di Tokyo

Un salone dominato da concept e show car, tra proposte improbabili e quelle che ipotizzano un futuro prossimo, ovviamente carbon neutral e sostenibile, come da copione ormai consolidato e praticamente obbligatorio. Il salone di Tokyo, ora Japan Mobility Show, è storicamente sempre stato una vetrina di auto futuribili, idee a tratti balzane e piccole chicche concrete e l’edizione del 2023, aperta nella capitale giapponese fino al 5 novembre, non fa eccezione con una passerella dei big del made in Japan: Toyota, Honda, Mazda, Suzuki e Nissan.

Peccato non sia più un’”Auto” Show come negli anni d’oro quando il made in Japan era temuto e rispettato, bensì un “Mobility” Show, che seguendo le monde si vergogna della parola «Auto» e la preferisce a quella «mobilità» certo molto cool, ma ribadiamo che l’automobile non è solo un mobility device è qualcosa di più: libertà, passione, stile e tecnologia. € infatti da questo punto di vista, la rassegna di tokyo ha una reginetta: Mazda Iconic SP. È sempre una concept car, ma fa sognare gli appassionati e indica una via dove la sostenibilità si può sposare con sportività ed heritage. La Iconic SP inequivocabilmente anticipa la futura MX-5, quinta serie della sportiva più venduta del mondo, aggiornata in questi giorni nella quarta. Si tratta di una coupé che da una parte richiama la MX-3 del 1991 segnando così un legame con l’heritage di Mazda, ma dall’altra, in un design Wow, è densa di richiami alla storia di MX-5 (anche se è una coupé nulla impedisce di immaginare un tetto apribile rigido e magari un soft top), e ci sono anche i fari a scomparsa, come nella prima MX-5, la NA del 1989 che ha dato il via alla leggenda Miata.

Il powertrain recupera un’altro elemento iconico della storia della casa di Hiroshima: il motore rotativo Wankel, sul quale ha sbattuto la testa, lo ha abbondano e poi recuperato ora in chiave elettromobility come generatore, termico a e-fuel o a idrogeno,di un sistema Erev (Extednd Ragnge electric Vehicle) analogo a quello della MX-30 R-EV di serie.

In vetrina a Tokyo spicca Toyota che è presente con concept car elettriche con batterie allo stato solido che, concrete nella lora visionarietà, simboleggiano la conferma della svolta : ci sono un suv, una sportiva , un fuoristrada, ma non manca un pick-up. In particolare il suv FT-3e anticipa l’erede a ioni di litio del Rav4, mentre la sportiva FT-Se vuole essere la nuova forma di una vettura mitica: la MR2. E poi c’è l’anticipazione di un best seller: il concept Land Cruiser Se. Sul fronte dei pick-up elettrici, dove la sfida sarà con Tesla, Ford e Rivian, Toyota schiera la show car Epu.

Lexus svela invece la berlina LF-ZC e il suv LF-ZL. Al di là dei nomi assurdi, impronunciabili e meno memorizzabili di un Iban, i due prototipi sono interessanti perché fanno intravedere una inedita piattaforma modulare.
Honda cala l’asso sulla futura Prelude, nome leggendario per la casa nipponica, che appare in formato concept car ma quasi definitiva nei contenuti estetici e tecnici. Sempre da Honda , oltre a un immaginifico veicolo a guida autonoma per anziani, arriva l’idea di un’auto ad alta riciclabilità realizzata in resina e battezzata Sustaina-C. Suzuki invece svela la nuova generazione di Swift e la prima elettrica per tutti i mercati, la EVX.

Fonte: Il Sole 24 Ore