Il presidente e principale banditore di Christie’s lascia

La notizia che Jussi Pylkkänen il poliglotta esperto d’arte e presidente globale, nonché più importante banditore di Christie’s, lascerà la casa d’aste a fine anno ha sorpreso il mondo dell’arte, ed assume un significato che va al di là della decisione personale di proseguire la propria carriera come art advisor. Lo ha annunciato l’amministratore delegato di Christie’s Guillaume Cerutti, le sue ultime aste saranno la Old Masters del 7 dicembre a Londra e la vendita serale di arte del XX secolo a New York il 9 novembre.
Nei 38 anni da Christie’s, ove entrò 22enne giovane specialista nella oramai disgraziatamente chiusa sede di South Kensington dove si sono ‘fatte le ossa’ molti dei principali esperti di arte e mercato, Jussi Pylkkänen è divenuto il volto colto ed umano del business grazie alla conduzione di tutte le aste più importanti, fino alla miliardaria Collezione Paul Allen.
Al di là dei ricordi personali e del piacere di vederlo condurre con maestria e competenza la sala, nonché comunicare con chiarezza ed evidente interesse per le opere vendute nelle conferenze stampa post-asta che spesso diventavano lezioni di arte e storia del mercato anche a notte fonda, l’evento ci dà lo spunto per riflettere sul cambiamento intervenuto nelle case d’asta nel corso dell’ultimo ventennio.

Il ruolo del banditore

La prima considerazioni riguarda il ruolo del banditore nel nuovo mondo di aste televisive e partecipazione sempre più ridotta in sala. Una delle frasi ricorrenti di Jussi Pylkkänen è ‘Who needs an Auctioneer’ quando i colleghi al telefono ‘gridano’ i rilanci rubando la scena: sarà difficile trovare fra le nuove leve chi sappia condurre la vendita senza farsi influenzare troppo dal ‘gobbo televisivo’ da cui alcuni banditori oramai leggono, e dall’anonimato della partecipazione online. Sicuramente nei sogni perversi di qualche ‘tech bro’ vi è una casa d’aste gestita dall’AI, senza alcun ruolo per un banditore umano, ma per fortuna per ora rimane essenziale, come sa bene chi ha assistito a centinaia di vendite e sa riconoscere come un bravo banditore possa aggiungere milioni al realizzo.
Il problema è che i venditori non sono sempre coscienti di ciò: sono passati gli anni in cui richiedevano esplicitamente che a condurre la venduta fosse un certo banditore.

Sempre meno arte sempre più finanza

La seconda considerazione riguarda il mercato in generale: le case d’asta più importanti si comportano sempre più come intermediari finanziari e sempre meno come intermediari di opere d’arte. In questo contesto, il ruolo degli specialisti come persone educate all’arte e al rispetto del suo valore storico e culturale è sempre più offuscato dal profilo finanziario della transazione. I servizi finanziari sono divenuti più importanti della conoscenza artistica. Il ruolo delle garanzie, soprattutto quelle di parte terza che di fatto sono strumenti derivati non regolamentati, e la spinta a considerare l’arte come ‘asset’ finanziario mortificano il mercato dell’oggetto e di quello che rappresenta a favore della transazione finanziaria. Quanto questo sistema possa durare è oggetto di discussione. Si spera che la decisone di Jussi Pylkkänen di dedicarsi a supportare veri collezionisti aiuti a preservare questa categoria in preoccupante declino a favore di speculatori e investitori.

Fonte: Il Sole 24 Ore