Il tribunale francese respinge le richiesta di Daniel Druet sulle opere di Cattelan

Le spese a chi toccano

Tuttavia a Druet il tribunale ha ordinato di pagare 10.000 euro alla Galerie Emmanuel Perrotin e alla Monnaie de Paris. “È con immensa soddisfazione che apprendo di questa decisione, che sancisce il lavoro di Maurizio Cattelan come artista concettuale e respinge in ogni modo le argomentazioni inammissibili e infondate di Daniel Druet. Sono lieto che questa decisione metta fine a questa controversia che ha minacciato un gran numero di artisti contemporanei” ha dichiarato Emmanuel Perrotin in una nota, “questa decisione costituisce una giurisprudenza rivoluzionaria, poiché per la prima volta i magistrati custodiscono l’arte concettuale in una sentenza storica”. “Al di là di questa decisione del tribunale, è l’arte concettuale che ora è protetta dallo stato di diritto”, hanno aggiunto gli avvocati della galleria, Pierre-Yves Gautier e Pierre-Olivier Sur. Per Sur, la protezione della «proprietà intellettuale» di un artista è ancora più significativa nell’era dell’«arte concettuale», quando alcuni artisti immaginano le loro opere ma non fabbricano gli oggetti stessi.

La denuncia indiretta

Eppure l’avvocato di Druet, Jean-Baptiste Bourgeois, ha dichiarato ad Artnet News che, respingendo la causa di Druet, la Corte non ha mai affrontato la questione centrale della paternità dell’opera nella sentenza. “Sono deluso da questo giudizio, che trovo discutibile su più livelli. In effetti, lo stesso tribunale per la proprietà intellettuale aveva già stabilito nel febbraio 2000 che la domanda di Druet era legalmente ammissibile. I giudici “non hanno nemmeno aperto il fascicolo” e hanno accettato la controargomentazione che poiché “[noi] non abbiamo convocato Cattelan, tutto ciò che [stiamo] chiedendo va nella spazzatura”, ha detto Bourgeois. “Non siamo andati avanti sul dibattito stesso”.

Per quanto riguarda l’opinione della Corte secondo cui Druet non aveva alcun ruolo nell’installazione drammatica delle sculture di cera, Bourgeois ha insistito sul fatto che il suo cliente non ha mai affermato di essere stato l’autore di quelle opere nella loro interezza. Piuttosto, ha detto, Druet crede di essere solo l’autore di una componente, i modelli in cera, utilizzati nelle opere d’arte concettuali di Cattelan. Tuttavia, nel tentativo di chiarire l’apparente confusione su ciò che Druet sta chiedendo in primo luogo, i giudici hanno osservato che mentre Druet «non ha contestato» la sua mancanza di coinvolgimento nell’installazione delle opere, «deve essere compreso» che vuole essere nominato autore “esclusivo” delle otto opere come mostrate nella loro interezza, negando di fatto qualsiasi ruolo di Cattelan nella loro realizzazione in qualsiasi fase. «Una volta [Druet] non limita precisamente la sua richiesta di diritti alle sole sculture in cera… ma le designa con il nome con cui queste opere sono state svelate, senza altra specificazione, si deve intendere che Druet sta sollecitando la paternità delle le opere così come vengono rivelate al pubblico, cioè secondo una determinata installazione» hanno affermato i giudici. Per questo, per la loro rivelazione al pubblico e il loro titolo, la sentenza respinge la richiesta di Druet.

I guai non finiscono

Se i guai si risolvono in Europa, Cattelan ha un’altra grana negli States: il tribunale federale di Miami mercoledì scorso ha negato la richiesta di Cattelan di respingere il contenzioso promosso dall’artista americano Joe Morford che gli contesta di aver violato con l’opera «Comedian» il copyright della sua opera «Banana & Orange». L’opera dell’artista italiano è stata esposta con grande clamore nello stand di Perrotin ad Art Basel Miami Beach nel 2019. Secondo i documenti legali, la galleria ha venduto tre copie dell’opera, oltre a due prove d’artista, per un totale complessivo di oltre 390.000 $. Morford, dal canto suo afferma che Cattelan ha plagiato e copiato in modo inappropriato la sua opera «Banana & Orange», registrata presso il Copyright Office degli Stati Uniti nel 2000. Il pezzo, dalla serie “Sculptures: Still Life” di Morford, comprende due pannelli rettangolari verdi, nella parte superiore c’è un’arancia attaccata al centro con nastro adesivo grigio, in quella inferiore una banana attaccata sempre al centro con nastro adesivo grigio. Il nastro è stato utilizzato anche attorno ai bordi, creando un dittico verticale. E se l’ammissione della causa civile ha visto dibattere su colore del nastro adesivo, posizione dei frutti nel pannello e colori dello sfondo, Cattelan ha cercato di contestare la richiesta di copyright di Morford dicendo che i frutti in «Banana & Orange» sono sintetici mentre la banana in Comedian è reale, quindi Morford “non può possedere l’idea di una vera banana attaccata a un muro”. A sua volta Morford ha affermato che le riprese della sua opera sono accessibili su YouTube dal 2008, su Facebook dal 2015 e sul proprio sito Web dal 2016. Insomma ora tocca ai giudici decidere se Cattelan è scivolato sulla buccia di banana del copyright di un collega.

Fonte: Il Sole 24 Ore