In arrivo lo scudo penale per medici e infermieri per le responsabilità Covid

Due i punti caldi di questo decreto. Il primo è quello sulla disciplina delle «misure analoghe» (la struttura paga il danno in proprio, in alternativa all’assicurazione obbligatoria).

Si discute sulle regole da imporre alle strutture sanitarie per garantire che ci siano le risorse per risarcire adeguatamente, accantonando riserve obbligatorie congrue. La via dell’assunzione del rischio in proprio, risparmiando sui costi delle polizze, non può tradursi in un pregiudizio per il paziente, che deve poter contare sulla solvibilità dell’ente in caso di danno.

La seconda questione e la regola che mette in relazione l’operatività della polizza agli obblighi di aggiornamento professionale previsti dalle norme: la copertura assicurativa non opererebbe se il sanitario cui è attribuita la responsabilità di un danno al paziente non ha maturato una quota minima di crediti, ma la relativa eccezione non è opponibile al terzo.

Le responsabilità di chi vaccina

Con l’emergenza, i sanitari devono far attenzione anche alle polizze: non tutte coprono specificamente le responsabilità per la somministrazione di vaccini, anche se le compagnie più attente hanno rassicurato sulle loro. Alcuni sindacati del comparto hanno suggerito integrazioni o nuove stipule.

Va, però, detto che il rischio è minimo: lo statuto della responsabilità sanitaria (articoli 1, 3, 5, 6 e 7 della legge 24/2017) non considera responsabile chi si sia comportato correttamente e abbia diligentemente attuato linee guide e buone pratiche assistenziali. E nel somministrare vaccini è difficile violare le semplicissime istruzioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore