In Gran Bretagna sulle orme di Hardy nel suo selvaggio e mistico Dorset

«Un pomeriggio, all’inizio dell’inverno, limpido ma non freddo, in cui il mondo vegetale era una bizzarra moltitudine di scheletri attraverso le cui costole il sole brillava generosamente, uno scintillante landò si fermò per un momento in cima a una collina»: nei suoi romanzi, come “Due sulla torre” (editi in Italia da Fazi), dal quale è tratto questo brano, Thomas Hardy lo chiama “Wessex”, ma in realtà i paesaggi descritti, quelli bucolici, marini e collinari, appartengono al Dorset, contea sud orientale dell’Inghilterra.

Visita al cottage di Thorncombe Woods

L’incipit per un viaggio alla scoperta di quelle atmosfere, non sono poi tanto cambiati rispetto a un secolo fa. Non può che essere il cottage dove l’autore di “Via dalla pazza folla” e “Tess dei d’Urberville” ha abitato e coltivato fiori: nel cottage di Thorncombe Woods il fumo esce dal caminetto, i boschi di querce, castagni e faggi, insieme ad alcuni noccioli fanno da quinta verde, musicata in estate dai grilli e sorvolata in primavera da nugoli di farfalle, al casolare dal tetto in paglia. Si raggiunge attraversando uno degli ultimi tratti originari della strada romana che un tempo collegava Dorchester a Badbury Rings e Black Heath, ai bordi della quale spunteranno presto eriche rosa e ginestre gialle. Anche all’interno del cottage si fatica a distinguere tra la realtà e l’immaginazione di Hardy, che qui trascorse – era nato nel 1840 – la prima parte della sua vita: nel salotto c’è ancora il focolare in cui si faceva bollire il thé, dove si suonava, si leggeva quando l’inverno rendeva umida e quasi inaccessibile la brughiera. Anche la cucina della nonna Mary ha mantenuto il suo aspetto rustico e al tempo stesso vivace, mentre nel retro della stanza il padre di Thomas esercitava la professione di scalpellino e all’occorrenza anche muratore. Le sorelle Mary e Kate avevano le finestre della loro stanza da letto affacciate sul giardino e il frutteto, e proprio guardando il panorama, coi gomiti appoggiati sulla scrivania, Hardy portò a compimento i primi romanzi nella camera che era stata della nonna: «In mezzo agli arbusti a basso fusto e ai fiori che componevano l’esterno dei giardini del Welland, il lillà, il alburno e il viburno dispiegavano i rispettivi colori porpora, giallo e bianco…», scrive ancora in “Due sulla torre”.

Da Kimmeridge Bay alla lanterna di Portland Bill

Soddisfatto il desiderio di immersione letteraria, ci si può dirigere verso Kimmeridge Bay, un’area marina davvero suggestiva in cui gli inglesi si dedicano alla ricerca di fossili, teschi di pliosauro compresi – Richard Attenborough ha dedicato alla zona famosi documentari – e a camminare sui sassi tondi quando la marea fa un passo indietro. Del resto, quella del Dorset, protetta dall’Unesco, è chiamata Jurassic Coast in virtù del suo patrimonio geologico sensazionale, la cui formazione risale a oltre 185 milioni di anni fa. In particolare, anche in inverno, bisogna assolutamente fermarsi a consumare un picnic a Old Harry Rocks, sulla spiaggia di Lulworth Cove, guardando il mare a Durdle Door e West Bay, così come sulla baia in scisto di Chesil Beach (ricordate l’omonimo romanzo di Ian McEwan?), autentici scrigni di natura incontaminata. A Lyme Regis, invece, la spiaggia presenta una sabbia inaspettatamente soffice e dorata, qualche avventuriero prova a bagnarsi anche in questa stagione forte della protezione che il frangiflutti più celebre della Gran Bretagna, chiamato The Cobb, gli offrirà. Forse è meglio raggiungere il villaggio di Poole per gustare un salato fish and chips nella Old Town e poi spingersi sull’altura in cui sorgono i resti del Corfe Castle iniziato da Guglielmo Il Conquistatore, a percorrere le strade tutte in salita di Shaftesbury e ancora scalare i 153 epici scalini che portano in cima, alla lanterna di Portland Bill.

Fonte: Il Sole 24 Ore