In ottobre il consumo italiano di elettricità è crollato del -6,6%

Come previsto, l’ottobre caldo e soprattutto i costi pazzi dell’energia hanno tagliato i consumi di elettricità, -6,6% lordo, a cominciare dalla domanda dell’industria (-6,1%) e dell’Alta Italia (-7,1%). È un primato per la costruzione di nuove centrali rinnovabili e nei primi dieci mesi dell’anno sono stati realizzati nuovi impianti puliti pari a ben 2.350 megawatt, ma per fare fronte alle pazzie del metano raddoppia l’uso di carbone, le fonti fossili lavorano di più e la produzione rinnovabile rallenta.
Nel dettaglio Terna, la società che gestisce la rete di alta tensione, ha rilevato che il mese scorso c’è stata una temperatura media più alta di 2,8 gradi rispetto a un anno fa; la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 24,6 miliardi di chilowattora. Depurato dal divario climatico, il crollo lordo del -6,6% dei consumi rispetto all’ottobre 2021 diventa, al netto, -6,3%. Se si allarga la visione ai primi dieci mesi del 2022, dal 1° gennaio al 31 ottobre la richiesta di energia elettrica in Italia è in leggera crescita dello 0,5% rispetto al corrispondente periodo del 2021 (-0,4% il valore rettificato).

Peggio in Alta Italia (-7,1%). Vola l’export elettrico

La variazione tendenziale di ottobre è risultata ovunque negativa: -7,1% al Nord, -6,7% al Centro e -5,3% al Sud e nelle isole.
In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica di ottobre, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta in flessione rispetto a settembre 2022 (-2,1%).
Nel mese di ottobre 2022 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,7% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il saldo import-export ha visto una variazione complessiva pari a -16,5%, dovuta a una diminuzione dell’import (-10,1%) e una crescita dell’export (+107,9%). La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,3 miliardi di chilowattora, in diminuzione del 4,6% rispetto a ottobre 2021.

Cresce il fotovoltaico, corre il carbone

Le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 6,9 miliardi di chilowattora, coprendo il 28% della domanda elettrica, con le seguenti variazioni rispetto a ottobre dello scorso anno: fotovoltaico +17,6%, eolico -35,9%, idrico -36,8% e geotermico -3,2%.
La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di ottobre: 30,4% fotovoltaico, 26% idrico, 15,4% eolico, 21,6% biomasse e 6,6% geotermico.
La riduzione rapida del fabbisogno, il calo della produzione delle fonti rinnovabili e la discesa dell’import hanno fatto riemergere il ruolo delle centrali termoelettriche (+2,6% rispetto a ottobre del 2021). In questo ambito, è cresciuto il ruolo del carbone per il piano di riduzione dei consumi di gas: nel mese di ottobre la produzione termoelettrica a carbone è cresciuta, infatti, del 56,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il record di centrali rinnovabili

Finalmente pare sbloccarsi la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, bloccata da anni. Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili nei primi 10 mesi del 2022 l’incremento di capacità in Italia supera complessivamente i 2.350 megawatt, registrando una notevole crescita (+143%) rispetto allo stesso periodo del 2021.
Da un decennio non si riusciva a superare la soglia di 800-1.000 megawatt istallati l’anno.

La frenata dell’industria; cresce la chimica

L’indice Imcei elaborato da Terna, indice che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette energìvore allacciate direttamente alla rete dell’alta tensione, registra una flessione del 6,1% rispetto a ottobre del 2021.
Positiva la variazione dei comparti della chimica, dei mezzi di trasporto e degli alimentari, in flessione tutti gli altri settori.

Fonte: Il Sole 24 Ore